La tragica scomparsa di Pietro Silva Orrego, un giovane di 19 anni, ha gettato un’ombra di dolore su Milano, scuotendo la comunità e sollevando interrogativi urgenti sulle dinamiche che hanno portato allo scontro mortale avvenuto nelle prime ore del mattino in viale Fulvio Testi.
Mentre gli investigatori della Polizia Locale procedono meticolosamente nell’analisi delle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza semaforali, con particolare attenzione alla possibile violazione della precedenza, un dato preliminare emerso dagli accertamenti iniziali chiarisce che l’individuo che ha stipulato il contratto di noleggio del Suv, veicolo sulla cui piattaforma Pietro ha perso la vita insieme a tre amici, risulta essere in possesso di una patente di guida valida.
La Procura di Milano, sotto la direzione della sostituta Giancarla Serafini, attende con urgenza l’informativa ufficiale degli agenti per avviare formalmente un’indagine complessa, volta a ricostruire con precisione la sequenza degli eventi che hanno preceduto e causato l’impatto tra il Mercedes Classe G Brabus e l’Opel Corsa.
L’ipotesi, al momento più plausibile, è l’iscrizione nel registro degli indagati di due persone: il giovane di 19 anni, sospettato di aver guidato il Suv pur non possedendo una patente, e il conducente dell’utilitaria, un 32enne originario di Napoli.
Questa circostanza solleva interrogativi significativi sulla responsabilità e sulla conformità alle normative vigenti nel noleggio del veicolo, suggerendo possibili falle nel sistema di controllo dei requisiti dei conducenti.
L’indagine non si limita a identificare i responsabili diretti dell’incidente.
Un elemento particolarmente inquietante è rappresentato dal comportamento di uno dei passeggeri del Suv, che immediatamente dopo lo scontro si è allontanato dal luogo dell’evento, per poi ripresentarsi fingendo una casuale coincidenza e offrendo un aiuto simulato.
Questo gesto, oltre a denotare una profonda mancanza di scrupoli, complica ulteriormente la ricostruzione dei fatti e introduce elementi di depistaggio che gli investigatori dovranno accuratamente vagliare.
Il giovane, ora al centro dell’attenzione, dovrà fornire una versione dei fatti coerente e verificabile per evitare conseguenze legali.
La gravità della situazione è acuita dalle condizioni critiche in cui versano una delle ragazze coinvolte, ricoverata in prognosi riservata al Policlinico di Milano.
La sua situazione precaria rende ancora più urgente la necessità di una ricostruzione accurata e completa degli eventi, non solo per accertare le responsabilità, ma anche per comprendere le dinamiche che hanno portato a questa tragedia e per implementare misure preventive volte a evitare che simili eventi si ripetano.
L’indagine si preannuncia lunga e complessa, focalizzata non solo sull’aspetto penale, ma anche su quello civile, per accertare le responsabilità di eventuali terzi coinvolti e per garantire il risarcimento dei danni subiti dalle parti lese.
La ricostruzione forense del luogo dell’incidente e l’analisi dei frammenti dei veicoli saranno cruciali per determinare la velocità dei veicoli e la dinamica precisa dell’impatto.








