L’Università di Torino, in un’iniziativa di portata strategica, ha avviato una partnership inedita con Avviso Pubblico e Libera, configurando un percorso di ricerca e sensibilizzazione volto a decifrare le intricate dinamiche della criminalità organizzata e della corruzione.
Questa collaborazione si concretizzerà in un ciclo di attività, culminando nella trentesima edizione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in favore delle vittime delle mafie, il 21 marzo 2026, quando l’Ateneo torinese offrirà il suo spazio istituzionale per ospitare seminari e iniziative di approfondimento.
L’approccio metodologico adottato si fonda su una prospettiva pluralista e multidisciplinare, riconoscendo la natura complessa e multidimensionale di tali fenomeni.
Non si tratta semplicemente di analizzare i crimini commessi, ma di indagare a fondo le radici culturali, economiche, politiche e sociali che ne favoriscono la proliferazione.
L’iniziativa si propone di superare le narrazioni semplicistiche e di esplorare le interconnessioni tra corruzione, criminalità organizzata, collusione politica e disuguaglianze socio-economiche.
La rettore, Cristina Prandi, sottolinea l’importanza di integrare la riflessione etica e la responsabilità istituzionale nel cuore della missione universitaria.
L’impegno dell’Ateneo non si limita all’istruzione degli studenti o alla produzione di ricerca, ma si estende alla promozione di una cultura della legalità e della trasparenza all’interno dell’ente pubblico e nella società civile.
Si tratta di un impegno che coinvolge l’intera comunità accademica, dalla ricerca alla didattica, fino alla divulgazione dei risultati.
Gianluca Cuniberti, prorettore, evidenzia il potenziale dell’expertise universitaria come strumento essenziale per affrontare tali problematiche.
L’unione delle competenze scientifiche multidisciplinari – che spaziano dal diritto all’economia, dalla sociologia alla criminologia – con l’esperienza consolidata di associazioni come Libera e Avviso Pubblico, e il coinvolgimento attivo delle istituzioni nazionali e locali, rappresentano un imperativo non più rimandabile.
Questa convergenza di forze è cruciale per sviluppare strategie di prevenzione, contrasto e recupero, atte a tutelare il tessuto sociale e a promuovere lo sviluppo sostenibile.
La presenza, al primo incontro, di figure di spicco come il professor Rocco Sciarrone, delegato dell’Ateneo per le attività di contrasto alle mafie, don Luigi Ciotti e Francesca Rispoli, Presidenti di Libera, Roberto Montà e Renato Pittalis, presidente e vice presidente di Avviso Pubblico, testimonia la rilevanza dell’iniziativa e l’impegno congiunto di diversi attori sociali.
Il percorso si prospetta come un laboratorio permanente di ricerca, formazione e sensibilizzazione, in grado di contribuire attivamente alla costruzione di una società più giusta, equa e libera dalla criminalità organizzata.
L’obiettivo è chiaro: non solo reagire agli eventi, ma agire sulle cause, per un cambiamento culturale profondo e duraturo.






