Vaccinazioni in Sardegna: luci e ombre tra carenze e progressi

La sorveglianza epidemiologica delle vaccinazioni pediatriche in Sardegna rivela un quadro complesso, con luci e ombre che delineano un andamento discostato dagli standard nazionali.
Sebbene la copertura vaccinale contro la poliomielite a 24 mesi superi il 92%, questo dato, seppur incoraggiante, colloca l’Isola tra le regioni italiane con le performance più basse, distanziandosi significativamente dalla media nazionale.

Un’analisi comparativa evidenzia che solo la Provincia Autonoma di Bolzano, le Marche e la Sicilia presentano tassi inferiori.
Questo scenario di relativa carenza si estende ad altre patologie prevenibili con vaccino, come difterite, tetano, pertosse, epatite B, morbillo, parotite e rosolia, indicando un rischio aumentato di focolai epidemici e conseguenze sanitarie potenzialmente gravi per la popolazione infantile.

I dati, aggregati e resi pubblici dal Ministero della Salute sulla base delle informazioni trasmesse dalle singole regioni, riflettono una necessità urgente di interventi mirati a migliorare l’aderenza alle raccomandazioni vaccinali.
Tuttavia, il panorama non è del tutto desolante.

La Sardegna mostra una performance positiva in termini di copertura vaccinale contro il meningococco B e Acyw, superando la media nazionale.

A 36 mesi, l’Isola si posiziona generalmente al di sotto della media nazionale, ad eccezione del vaccino pneumococcico coniugato e dei due vaccini meningococcici, suggerendo aree di potenziale miglioramento e necessità di approfondire le strategie di sensibilizzazione.

Un’ulteriore valutazione a 48 mesi indica una parità con la media nazionale per lo pneumococco, ma una copertura più elevata per il meningococco Acyw, un segnale che suggerisce una maggiore efficacia di alcune iniziative locali.

La situazione si evolve positivamente con l’età.

A cinque-sei anni, le percentuali si avvicinano alla media nazionale, sebbene rimangano leggermente inferiori, con un’eccezione significativa rappresentata dalla varicella.
A otto anni, si osserva un miglioramento notevole: morbillo, parotite, varicella e rosolia superano la media nazionale, accompagnati da una buona adesione alle vaccinazioni Hib e contro l’epatite B.
La presenza di due dosi per morbillo, parotite, varicella e rosolia sottolinea l’importanza di garantire un ciclo vaccinale completo.

Infine, a diciotto anni, i tassi di copertura raggiungono livelli superiori alla media nazionale, testimoniando l’impatto di campagne di sensibilizzazione e programmi di vaccinazione rivolti agli adolescenti e ai giovani adulti.

Questa tendenza positiva evidenzia la potenziale efficacia di interventi mirati alla promozione della vaccinazione lungo tutto l’arco di vita.

L’analisi complessiva dei dati vaccinali in Sardegna mette in luce la necessità di un approccio olistico che coinvolga l’implementazione di strategie di comunicazione mirate, il rafforzamento dei servizi vaccinali a livello locale, e la promozione di una cultura della prevenzione basata sull’evidenza scientifica, al fine di garantire una protezione ottimale per la salute della popolazione infantile e di tutto il territorio regionale.

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