La realizzazione di un tratto cruciale della Variante della Statale 106 Jonica, un’opera di trasformazione per l’intera area ionica calabrese, si arricchisce di un importante tassello volto a garantirne la legalità e la trasparenza.
Due protocolli di legalità, firmati presso la Prefettura di Cosenza, sanciscono l’avvio di un sistema di controllo preventivo e continuo, esteso a due distinti lotti di lavori che si estendono dall’innesto del viadotto sul torrente Coserie fino all’intersezione con la Statale 534 a Cassano allo Ionio.
Questo intervento infrastrutturale, inserito nel più ampio programma delle “infrastrutture e degli insediamenti prioritari” approvato dal Cipe nel 2001, mira a creare un sistema di collegamenti integrati tra le direttrici adriatica, ionica e tirrenica, rappresentando un motore di sviluppo economico e sociale per un territorio storicamente marginalizzato.
L’opera è sottoposta a rigorose procedure di monitoraggio antimafia, a testimonianza della sensibilità delle istituzioni nei confronti delle complesse dinamiche criminali che affliggono la regione.
La firma dei protocolli ha visto la partecipazione di figure chiave: il Prefetto Rosa Maria Padovano, il responsabile della Security Anas Roberto Piccinini, il Commissario straordinario della Statale 106 Luigi Mupo, il Direttore dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro Massimiliano Mura, e i rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e UIL, Simone Celebre, Christian Demasi e Giacomo Maccarone, rispettivamente.
La presenza dei vertici provinciali delle forze dell’ordine sottolinea l’impegno congiunto di tutte le componenti istituzionali a tutela della legalità.
Il cuore dei protocolli risiede in un disciplinare dettagliato, progettato per monitorare ogni fase dell’esecuzione dei lavori, dalla programmazione all’ultimazione.
Il sistema prevede un flusso continuo di informazioni, finalizzato a creare e alimentare una banca dati web accessibile, capace di tracciare non solo i soggetti coinvolti nella realizzazione dell’opera, ma anche i flussi finanziari connessi, le condizioni di sicurezza dei cantieri e il rispetto dei diritti dei lavoratori.
L’area della Sibaritide, teatro di questa importante opera, presenta sfide specifiche.
Tensioni sociali legate a vertenze occupazionali, la significativa presenza di immigrazione e il rischio di sfruttamento del lavoro, l’attrazione esercitata da queste condizioni sulla criminalità comune e, soprattutto, la pervasività delle organizzazioni criminali, rappresentano elementi di rischio che richiedono un approccio preventivo e proattivo.
L’esperienza maturata durante la realizzazione del “terzo Megalotto” sulla Statale 106, sempre nell’area della Sibaritide, ha dimostrato l’efficacia di misure simili, in grado di contrastare efficacemente il rischio di infiltrazioni mafiose e di restituire un senso di sicurezza agli operatori del settore.
Il protocollo prevede l’istituzione di una “Cabina di Regia”, un organismo di confronto tra istituzioni, imprese e sindacati, deputato a esaminare le problematiche che possano impattare sulla regolarità e sui tempi di realizzazione dell’opera.
Si prospetta l’unificazione di questa cabina di regia per entrambi i grandi cantieri del Medio-Alto Ionio cosentino, un segnale di coordinamento e sinergia volto a massimizzare l’efficacia delle misure di prevenzione e controllo.
Questa iniziativa non solo tutela l’operazione in sé, ma mira a promuovere una cultura della legalità e della trasparenza, elementi imprescindibili per lo sviluppo sostenibile dell’intera area ionica.







