Il 26° Festival Verdi, intitolato “Mondi Lontani”, si configurerà come un’esplorazione stratificata del rapporto tra l’Europa ottocentesca e le culture che la circondavano, un dialogo complesso tra fascinazione esotica e rappresentazioni spesso filtrate da pregiudizi culturali.
L’edizione 2026, che si svolgerà tra Parma e Busseto dal 1° al 25 ottobre, con un omaggio speciale al 10 ottobre, data del compleanno verdiano, si propone di interrogare il concetto di alterità e la sua influenza sulla produzione artistica, in particolare nel contesto operistico.
Le tre opere scelte – *Alzira*, *Nabucodonosor* e *Aida* – costituiscono un affresco di luoghi e popoli idealizzati o distorti dall’immaginario occidentale.
*Alzira*, ambientata in un Perù colonizzato, offre uno sguardo, seppur limitato dalla prospettiva europea, sulle dinamiche di potere e sulla lotta per l’indipendenza.
La riproposizione dell’opera, con un allestimento inedito a cura di Manuel Renga e la direzione di James Conlon, rappresenta un’opportunità unica per riscoprire un titolo raro e complesso, invitando il pubblico a confrontarsi con la sua rappresentazione di un contesto storico e culturale lontano.
*Nabucodonosor*, con le sue ricostruzioni di Babilonia, pone interrogativi sulla costruzione dell’identità nazionale e sulla memoria collettiva, mentre *Aida*, con il suo Egitto esotico, testimonia l’ossessione per l’antico e il desiderio di appropriarsi di culture considerate superiori.
L’allestimento storico di Franco Zeffirelli per *Aida*, in programma al piccolo teatro di Busseto, offre un contrasto affascinante, un microcosmo in cui la grandiosità dell’opera verdiana si scontra con l’intimità del luogo.
Il Festival non si limiterà a queste tre opere principali.
La Messa da Requiem, il tradizionale Gala Verdiano e il concerto dell’Accademia Verdiana, sostenuti dall’entusiasmo degli International Friends of Festival Verdi, saranno pilastri di un programma variegato.
Particolare attenzione sarà dedicata a “Ramificazioni”, la sezione che esplora le connessioni tra l’eredità verdiana e la creatività contemporanea, un ponte tra passato e futuro.
Il cartellone di interpreti, che include nomi affermati come Eleonora Buratto, Ariunbaatar Ganbaatar, Lidia Fridman e Michele Pertusi, affiancati dai giovani talenti dell’Accademia Verdiana, sottolinea l’impegno del Festival nel sostenere le nuove generazioni di artisti, garantendo la trasmissione del patrimonio verdiano e l’emergere di nuove voci.
Il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, ha evidenziato come questa commistione di tradizione e innovazione incarni l’essenza stessa dell’Italia, un paese forgiato dalla musica di Giuseppe Verdi, un’eredità che continua a risuonare nel mondo, invitando a una riflessione profonda sulla complessità del dialogo interculturale.
Il Festival si configura, dunque, come un’occasione per rileggere il passato alla luce del presente, stimolando un dialogo costruttivo e consapevole tra diverse culture e prospettive.








