La vicenda che ha coinvolto sostenitori di Virtus Entella e Sampdoria, consumatasi a Chiavari il 17 ottobre, solleva interrogativi profondi sulla gestione della sicurezza negli eventi sportivi e sulle responsabilità individuali che sfociano in atti di violenza.
L’episodio, che ha visto protagonisti sette individui di età compresa tra i 18 e i 57 anni, ha generato una complessa serie di conseguenze legali e amministrative, culminate in provvedimenti di divieto di accesso alle manifestazioni sportive della durata variabile.
Le indagini, tempestivamente avviate dalla Digos e dal commissariato di Chiavari, con il supporto cruciale della polizia scientifica, hanno ricostruito la dinamica degli eventi.
Il pre-partita si è trasformato in un terreno fertile per la tensione, innescata da una collisione inaspettata: un gruppo di tifosi sampdoriani, diretto al proprio settore, è entrato in un bar, punto di riferimento storico dei sostenitori locali dell’Entella.
L’incontro, anziché pacifico, si è rivelato un catalizzatore di rancori latenti, alimentato da provocazioni verbali inizialmente contenute, ma rapidamente degenerate in una vera e propria zuffa.
La violenza si è manifestata con calci, pugni e spintoni, inizialmente confinata all’interno del locale, per poi riversarsi all’esterno, dove i disordini hanno causato danni agli arredi del dehor.
L’escalation di violenza testimonia una profonda mancanza di controllo emotivo e una pericolosa incapacità di gestire pacificamente le rivalità sportive.
A seguito delle indagini, i sette individui coinvolti – tre sampdoriani e quattro tifosi dell’Entella – sono stati deferiti all’autorità giudiziaria con l’imputazione di danneggiamento aggravato e rissa, reati che contemplano pene significative.
Parallelamente all’azione giudiziaria, il Questore di Genova, forte delle informazioni raccolte dalla Divisione Anticrimine, ha emesso sette provvedimenti di divieto di accesso alle manifestazioni sportive, con durate variabili da un anno a cinque anni, quest’ultimo affiancato dall’obbligo di presentazione alla Procura della Repubblica.
Queste misure restrittive, oltre a limitare la libertà di movimento dei responsabili, mirano a dissuadere ulteriori comportamenti violenti e a garantire la sicurezza degli eventi sportivi.
L’episodio solleva interrogativi sulla necessità di rafforzare misure preventive, come una più efficace gestione dei flussi di tifosi, un potenziamento della comunicazione per la diffusione di comportamenti responsabili e una maggiore collaborazione tra le forze dell’ordine e le società sportive.
Inoltre, sottolinea l’importanza di intervenire a livello educativo, promuovendo il rispetto delle regole, la tolleranza e la gestione costruttiva delle passioni sportive, affinché lo sport, veicolo di valori positivi, non venga offuscato da gesti di violenza e vandalismo.






