La partecipazione di Casaggì a “Più Libri Più Liberi” ha innescato una riflessione profonda, ben oltre la semplice polemica, che ha visto protagonista anche Michele Rech, in arte Zerocalcare, e che lo ha portato a rinunciare alla sua presenza all’evento.
Non si tratta di una novità assoluta, la presenza di editori con sensibilità di destra era già stata riscontrata nelle edizioni precedenti.
La differenza sostanziale risiede nell’affiliazione diretta di Passaggio al Bosco a Casaggì, una realtà intrinsecamente legata al partito al governo, configurandosi come una forma di legittimazione istituzionale di una certa ideologia.
L’operazione di Casaggì non si limita alla mera pubblicazione di opere; include anche attività formative rivolte a un ampio spettro di gruppi politici, che spaziano da Fratelli d’Italia a realtà di estrema destra.
La presenza di tale editore, fortemente supportata dal governo, ha spinto Zerocalcare a rifiutare un’ulteriore coinvolgimento, rifiutando l’idea di normalizzare una presenza che giudica problematica.
La decisione di Rech sottolinea la responsabilità di coloro che operano nel mondo dell’immaginario, evidenziando come i creativi abbiano il dovere di confrontarsi con la realtà politica e sociale, sollevando questioni delicate e stimolando il dibattito.
La necessità di un approccio critico e consapevole si pone come imperativo, soprattutto in un contesto in cui il confine tra legittima espressione e strumentalizzazione ideologica rischia di confondersi.
Riflettendo sulla sua posizione, Rech esprime un senso di esaurimento, una sorta di ritiro personale che si manifesta anche attraverso il desiderio di allontanarsi dalla vivace e spesso caotica arena dei social media.
Un desiderio di disimpegno, seppur accompagnato da una consapevolezza della sua impronta indelebile nel panorama culturale contemporaneo.
L’intervista offre spunti di riflessione più ampi, tra cui il confronto tra la situazione italiana e quella ungherese, accomunate da dinamiche politiche inquietanti: l’utilizzo di un linguaggio politico sempre più radicale e l’adozione di concetti come la “remigrazione”, che segnano una svolta inattesa nel discorso pubblico.
Questo parallelismo sottolinea come il contesto politico italiano stia evolvendo verso territori inesplorati, sollevando interrogativi cruciali sul futuro della democrazia e sulla necessità di un impegno civile attivo e consapevole.
L’esperienza di Zerocalcare, quindi, si configura come un segnale di allarme, un invito a un esame di coscienza collettivo e a un’analisi critica delle dinamiche politiche e sociali che plasmano il nostro presente.






