domenica 10 Agosto 2025
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Zes Marche e Umbria: un’occasione strategica, ma serve governance inclusiva

La recente intenzione del governo, concretizzata nel disegno di legge per l’estensione della Zona Economica Speciale (Zes) alle regioni di Umbria e Marche, si configura come un’opportunità strategica dirompente per il tessuto economico regionale, ma la sua effettiva realizzazione e impatto positivo dipenderanno crucialmente da una governance inclusiva e proiettata al futuro.

Questo è il fulcro del commento espresso da Marco Marinangeli, consigliere regionale in rappresentanza di Noi Moderati, sottolineando come l’iniziativa non debba essere relegata a un mero strumento di propaganda politica, bensì tradursi in una solida architettura di sviluppo a lungo termine.

La Zes, per sua natura, offre un margine di manovra legislativa e fiscale che, se ben sfruttato, può stimolare investimenti, favorire l’innovazione, attrarre talenti e, soprattutto, creare opportunità occupazionali qualificate nelle aree che ne beneficiano.

Le Marche, in particolare, potrebbero avvantaggiarsi di questo quadro normativo flessibile per superare alcune delle criticità strutturali che ne limitano il potenziale di crescita, come la frammentazione industriale, la difficoltà di accesso al credito per le PMI e la carenza di infrastrutture adeguate.

Tuttavia, l’efficacia della Zes non risiede solo nella sua capacità di offrire agevolazioni economiche, ma anche nella sua capacità di generare un cambiamento culturale e di mentalità.
È necessario promuovere una cultura dell’imprenditorialità, del rischio e dell’innovazione, che coinvolga non solo le imprese, ma anche le istituzioni, il mondo della ricerca e la società civile.
Un elemento imprescindibile per il successo della Zes è la partecipazione attiva delle regioni coinvolte fin dalle prime fasi di definizione delle politiche e delle strategie.
La cabina di regia, in particolare, deve essere composta da rappresentanti regionali con competenze specifiche e una visione condivisa degli obiettivi da raggiungere.

Questo garantisce un controllo diretto sull’utilizzo delle risorse e un allineamento con le priorità locali.
L’integrazione della Zes con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), con le risorse europee e con le politiche di transizione energetica rappresenta un ulteriore fattore critico.

La Zes non può essere un’isola, ma deve inserirsi in un ecosistema più ampio di interventi complementari, al fine di massimizzare gli impatti positivi e evitare sovrapposizioni o contraddizioni.

Un piano triennale dettagliato, con indicatori di performance misurabili e obiettivi quantificabili, è essenziale per garantire la sostenibilità e l’efficacia della Zes nel tempo.

Questo piano deve essere costantemente monitorato e aggiornato, in base all’evoluzione del contesto economico e sociale.

In conclusione, la Zes rappresenta un’opportunità ineguagliabile per le Marche e l’Umbria, ma il suo pieno potenziale potrà essere realizzato solo attraverso una gestione trasparente, partecipata e proiettata verso il futuro, che metta al centro le esigenze delle imprese, le aspettative dei cittadini e gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

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