19 marzo 2025 – 09:45
Bambini provenienti dal mare, dopo aver affrontato viaggi tempestosi, giungono privi di documenti e identità. Sono l’esercito indistinto dei cosiddetti minori non accompagnati, accolti in comunità vicine ai luoghi di sbarco e poi trasferiti al Nord, spesso a Torino. Sorge il sospetto che possano essere vittime di tratta, come nel caso dei giovani nordafricani che cercano presunti parenti in città appena arrivati. Alcuni sono baby pusher, giovani che hanno perso ogni traccia della loro infanzia per la vita di strada. Vi sono neonati con identità rubate, gestiti da trafficanti di documenti scoperti per caso. E poi ci sono i bambini venduti, come la piccola di sette mesi trovata ieri in un alloggio a Barriera, sedata e fatta arrivare in Italia su una imbarcazione lo scorso ottobre. La fragilità di questi bambini mette in luce le lacune del sistema burocratico nell’affrontare le sfide legate all’immigrazione minorile e alla tutela dei diritti dei più vulnerabili. La complessità delle storie individuali si intreccia con il dramma collettivo dell’immigrazione clandestina, richiamando l’attenzione sulla necessità di politiche inclusive e risposte umanitarie efficaci per affrontare questa emergenza sociale con sensibilità ed empatia.