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martedì, 6 Maggio 2025
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Bari, cuore dell’epidemia di mesotelioma in Puglia

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05 maggio 2025 – 13:47

La provincia barese è quella pugliese che negli ultimi tre decenni ha registrato il maggior numero di casi di mesotelioma, un cancro diffuso da sostanze come l’amianto e la cui diagnosi risale al 1964. I dati raccolti dal Centro operativo regionale della Puglia, ospitato presso l’unità operativa complessa di Medicina del lavoro del Policlinico di Bari, sono stati presentati in un convegno tenutosi nella città barese e organizzato dalla sezione locale del Segretariato italiano studenti in Medicina. I risultati dell’indagine condotta dal Centro operativo hanno messo in luce che tra il 1993 ed oggi in Puglia sono stati diagnosticati oltre duemila casi di mesotelioma, un numero pari al dato nazionale per quanto riguarda genere e anatomia della malattia ma più alto del 12% rispetto a quello registrato dal punto di vista ambientale. Nella regione i dati confermano come la provincia di Bari sia quella in cui si sono registrati il maggior numero di casi, seguita da Taranto con 647 casi, anche se l’incidenza è più alta nella città a sud della penisola italiana per quanto riguarda le abitazioni che insistono sull’area del vecchio stabilimento Ilva. Le altre province pugliesi hanno registrato un numero inferiore di malati: Lecce con 281 casi, Foggia con 172 e Brindisi con 166, infine nella provincia di Barletta-Andria-Trani i dati indicano la presenza di 135 casi. Nel capoluogo pugliese sono stati riscontrati 407 casi di mesotelioma di cui 177 di origine professionale e il doppio di ambientale tra residenti in abitazioni a una distanza massima dall’area dell’ex Fibronit, un stabilimento chiuso nel 1985 ma attivo per decenni per la produzione del cemento-amianto. La città di Taranto registra invece complessivamente 389 casi di mesotelioma: 227 di origine professionale e 22 ambientale. Secondo lo studio condotto dal Centro operativo regionale della Puglia sono stati infatti colpiti da mesotelioma, a causa dell’attività lavorativa nella vecchia area Ilva, ben 100 dipendenti del sito produttivo tarantino. Secondo Luigi Vimercati, referente del registro nazionale dei mesoteliomi in Puglia è importante il trend rilevato da questi dati: “La provincia di Bari e quella di Taranto sono le prime due a registrare casi di carattere ambientale. Tali malattie sono state anche evidenziate presso gli abitanti del capoluogo pugliese”. Nello specifico il trend, secondo Vimercati è stato rilevato nei residenti che si trovano nell’area dell’ex Fibronit, stabilimento chiuso per l’attività produttiva di cemento-amianto. In questo contesto, per quanto riguarda la provincia barese gli ultimi dati messi a disposizione permettono anche di monitorare con maggiore precisione i casi della malattia e le sue forme: sono state infatti riscontrate forme ambientali nel capoluogo pugliese. Secondo Luigi Vimercati, “la cosa migliore che possiamo fare è bonificare e prevenire. La malattia continua a colpire sempre più persone e i tassi di sopravvivenza sono più bassi rispetto ad altre patologie oncologiche”. I dati raccolti dal Centro operativo permettono anche di identificare le fonti di esposizione all’amianto in Italia, una sostanza chimica responsabile della diffusione di mesotelioma. La capacità dei dipendenti delle unità sanitarie regionali e del territorio di monitorare questi dati ha però permesso anche di verificare l’efficacia delle misure adottate in Puglia. “L’Italia potrà solo superare il problema dell’amianto se riuscirà a bonificare le aree interessate” è la conclusione che Vimercati dà a questo convegno: “è la chiave di volta per risolvere il problema”. La malattia non può infatti essere curata.

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