02 maggio 2025 – 16:13
Il Terrizuolo, un simbolo della ricchezza agricola e culturale del nord Barese, è stato finalmente recuperato e inserito tra i Pat, i prodotti agroalimentari tipici di rilievo nazionale. Questo vitigno antico, dimenticato per molto tempo, è stato riportato alla luce grazie all’instancabile lavoro della scuola Einaudi di Canosa di Puglia e del Comune che ha sostenuto il progetto di recupero.Il processo di innesto delle barbatelle provenienti dall’ultima spalliera di Terrizuolo è stato meticoloso, come confermato dal Comune. Il progetto promosso con la scuola non solo ha garantito la tutela di un patrimonio agricolo e storico, ma ha anche offerto l’opportunità ai cittadini di Canosa di piantare il vitigno nei propri terreni, contribuendo così alla preservazione di una risorsa culturale e agricola di grande rilevanza.La storia del Terrizuolo è ricca di fascino e legato alle vicende della viticoltura italiana. Gian Battista Cercelli, un piemontese che visse a cavallo tra il XIX e XX secolo, scrisse nel 1873 sulla sua esperienza nei vigneti di Canosa di Puglia, mettendo in luce la peculiarità del vitigno.Il recupero del Terrizuolo è stato possibile grazie ad un’attenta ricerca storica che ha permesso al vitigno di ottenere il riconoscimento ufficiale come Prodotto agroalimentare tradizionale. Il 9 maggio si terrà a Canosa di Puglia un convegno per celebrare i risultati del progetto, con la partecipazione anche di una delegazione dell’istituto tecnico agrario di Conegliano Veneto (Treviso), fondato nel 1876 da Cerletti e considerato il primo istituto di viticoltura ed enologia in Italia.Questo evento rappresenta un momento importante per la comunità di Canosa, che potrà così godere del frutto di questo lungo lavoro. Il Terrizuolo, grazie alla sua ricchezza agricola e culturale, diventerà uno dei simboli della ricchezza e della tradizione di questa zona del nord Barese.L’istituto Einaudi, che ha giocato un ruolo chiave nel recupero del Terrizuolo, potrà vantare il merito di aver contribuito alla tutela di un patrimonio agricolo e storico che era sembrato perduto. Il progetto promosso con il Comune rappresenta dunque un esempio di collaborazione tra la scuola e la comunità locale, che possono lavorare insieme per preservare le risorse culturali ed agroalimentari del territorio.La storia del Terrizuolo è quindi uno strumento importante per comprendere l’importanza dell’agricoltura e della cultura nella società italiana. La sua ricchezza e la sua varietà sono un vero e proprio tesoro nazionale, che deve essere preservato e valorizzato attraverso le azioni dei produttori, degli agronomi e delle istituzioni coinvolte.Il recupero del Terrizuolo rappresenta pertanto una vittoria della cultura della conservazione e dell’innovazione. Il vitigno, che era stato considerato in via di estinzione, può ora essere piantato e coltivato anche da parte dei cittadini di Canosa, contribuendo alla preservazione di questa risorsa culturale e agricola.