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Trentennale del festival ‘I suoni’ tra le vette del Trentino con artisti internazionali.

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03 maggio 2025 – 14:53

La magia della musica sfida i silenzi delle vette e dei paesaggi mozzafiato del Trentino, un luogo incantato dove arte e natura si incontrano da oltre trent’anni. Dal 1995, più di 900 artisti da tutto il mondo hanno scelto questo scenario unico per esibirsi in concerti gratuiti di classica, jazz, musica etnica e pop, diventando così il pubblico dei camminatori che si muovono tra le vette. L’edizione del 2025 celebra il trentennale con oltre un mese di appuntamenti dal 27 agosto al 4 ottobre.L’anteprima è fissata per il 6 giugno con Alessandro Baricco e l’ensemble francese Diabolus in Musica al Rifugio Fuciade, mentre l’apertura sarà affidata all’ensemble dei Wiener Philharmoniker alla Malga Tassulla. La chiusura sarà invece a cura dell’Orchestra Europea e dell’ Orchestra Stauffer ancora al Fuciade per la Pastorale di Beethoven.Tra i concerti, spiccano nomi di fama internazionale come Paolo Fresu con l’Orchestra Haydn, Giovanni Sollima con Avi Avital al mandolino, Elio e gli oboisti dei Berliner nel Flauto Magico. Un trekking in particolare partirà da Madonna di Campiglio al Rifugio Brentei con il Quartetto Prometeo e Mario Brunello, violoncellista apprezzato sia in Italia che all’estero.Mario Brunello, direttore artistico del Festival sin dalla prima edizione e per una decina d’anni, ci spiega cosa ha cambiato negli anni: “Abbiamo volutamente mantenuto il format che ci ha dato molte soddisfazioni ma per il trentennale doveva essere un segnale. L’anteprima, l’inizio e la fine sono state pensate per riflettere sul passato e il futuro della musica”. Brunello ha infatti curato anche il concorso intitolato a Paolo Manfrini, l’inventore del festival scomparso nel 2018.Tra le oltre 50 richieste di partecipazione, la giuria ne ha valutate 48 scegliendone tre tra cui è emerso il trio vocale jazz Le Scat Noir. L’esperienza degli ultimi trent’anni? “La musica con la ‘e’ maiuscola sta bene ovunque, i grandi spazi diventano generatori di arte e non hanno bisogno di cornici”. Brunello osserva come l’impegno è stato quello di unire persone che amano natura, arte e musica, facendole camminare insieme e vivere un’esperienza molto personale.I Suoni, conclude Brunello, “hanno contribuito ad allargare l’idea che la montagna si può vivere senza sfruttarla”. Si è consolidato il rispetto per la natura e molti spettatori chiedono attenzione al luogo. La tecnologia non è entrata in questo festival, costringendo i partecipanti a restare concentrati sulle sette note. La musica fra le Dolomiti serve a portare con sé la bellezza che si può creare e formare all’istante.Questa esperienza ha insegnato molto a Brunello: “Ho capito che il mio suono in queste situazioni è unico, non fruisce dell’acustica della bella sala”. La musica fra le Dolomiti si rivela una vera scoperta. In questi anni il Festival, organizzato da Trentino Marketing con le aziende per il turismo delle valli che ospiteranno gli spettacoli, si è concentrato sulle esibizioni inclusivi – quattro in questa edizione. Un concerto in particolare racconta come una donna cieca sia stata la protagonista di un episodio suggestivo e rivelatore della storia dei Suoni.

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