05 maggio 2025 – 17:16
Il giudice ha disposto una perizia psichiatrica dopo che il venticinquenne, uscito di prigione nel febbraio 2024 dopo due condanne per reati commessi nel 2020, iniziò a comportarsi in modo sempre più aggressivo nei confronti della barista. La giovane donna ha subito un mese di pressioni e minacce da parte dell’uomo che si sedeva nel dehors del bar senza ordinare nulla, la fissava, le rivolgeva richieste esplicite e una volta la ingiuriò. Nonostante gli avventori e il titolare del locale abbiano fatto in modo che non restasse mai sola in sua presenza, l’imputato arrivò a distendersi sul cofano dell’automobile della barista.Le testimonianze dei medici che visitarono l’uomo al momento del suo ingresso in carcere hanno rivelato che era stato trattato con farmaci neurolettici, anche se nessuno ha parlato di malattia mentale. Tuttavia, un operatore ha descritto il comportamento dell’imputato come sospettoso e diffidente, mentre dormiva in strada assumeva droghe e alcol in grandi quantità e cercava di procurarsi la marijuana anche nel carcere.L’accusa è sostenuta dal pm Valerio Longi e la barista si è costituita parte civile con l’avvocato Pier Lorenzo Tavella. L’imputato, che urlò o parlò da solo ad alta voce durante l’udienza, è stato detenuto dal 17 agosto 2024. La perizia psichiatrica potrebbe aiutare a capire meglio il comportamento dell’uomo e se ci sono state delle circostanze particolari che lo abbiano portato a commettere questi reati sessuali.La barista ha subito un trauma importante per le pressioni e le minacce ricevute dall’imputato, e la sua testimonianza potrebbe essere fondamentale per il processo. Il titolare del locale e gli avventori hanno fatto del loro meglio per proteggere la giovane donna, ma è chiaro che l’imputato ha espresso un comportamento aggressivo e sessualmente predatorio.