L’elusione dei controlli fiscali e finanziari, tentativo volto a occultare una significativa variazione patrimoniale, ha trovato brusca conclusione grazie alla vigilanza costante della Guardia di Finanza.
L’uomo, un imprenditore operante nel settore automobilistico ad Andria, si trovava sotto stretta osservazione a seguito di precedenti condanne per reati che includono stalking, maltrattamenti in famiglia e violenza di genere, circostanze che avevano innescato una sorveglianza rafforzata.
La strategia messa in atto dall’indagato, e ora al centro dell’inchiesta, consisteva nell’attribuzione fittizia della proprietà dell’intero compendio aziendale a un soggetto terzo.
Questa operazione, abbinata alla concessione di una procura speciale conferente ampi poteri di amministrazione del patrimonio, mirava a eludere le normative in materia di misure di prevenzione patrimoniali.
L’azione ha generato non solo la violazione delle norme fiscali, ma anche una nuova fattispecie di reato connessa alla manipolazione di dati aziendali e alla falsa rappresentazione della proprietà.
L’attività investigativa, scaturita dall’applicazione di misure di prevenzione personale nei confronti dell’imprenditore, si è concentrata sull’analisi dell’evoluzione e della struttura del suo patrimonio successivo ai reati di maltrattamenti, stalking e violenza di genere.
Il tribunale di Trani, esaminati i risultati delle indagini, ha disposto un sequestro preventivo che incide su un valore complessivo di circa 650.000 euro.
Il provvedimento esecutivo comprende un parco auto di 185 veicoli, stimato in 564.000 euro, un portafoglio immobiliare composto da 29 beni diversi e una somma liquida di 800 euro.
A ciò si aggiunge il blocco della sede legale dell’azienda, elemento cruciale per l’attività commerciale dell’imprenditore.
Il sequestro riflette una profonda preoccupazione per la possibile ricollocazione o dispersione di risorse illecitamente acquisite, finalizzata a proteggere il patrimonio pubblico e garantire il recupero di eventuali beni da destinare a risarcimento delle vittime.
Il caso solleva interrogativi sulla necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e prevenzione nei confronti di soggetti con precedenti penali di particolare gravità, al fine di evitare che la manipolazione di strumenti societari diventi un metodo per eludere le normative e ostacolare l’azione della giustizia.






