Due giovani studiosi, provenienti rispettivamente dal Burundi e dal Sud Sudan, hanno recentemente iniziato un nuovo capitolo della loro vita accademica all’Università Aldo Moro di Bari, grazie all’iniziativa “Unicore”, un percorso di accesso all’istruzione superiore promosso dall’UNHCR per rifugiati universitari.
Questa opportunità rappresenta non solo un traguardo personale, ma anche un faro di speranza per le loro comunità d’origine, gravate da conflitti, instabilità economica e regressione democratica.
I due studenti si cimenteranno in due ambitissimi corsi di laurea magistrale: Traduzione specialistica, un percorso che fonde competenze linguistiche e capacità di interpretazione in contesti tecnici e specialistici, e Materials Science and Technology, un’area di studio cruciale per l’innovazione industriale e lo sviluppo sostenibile, gestita congiuntamente dai dipartimenti di Ricerca e Innovazione Umanistica e di Chimica dell’ateneo.
L’accesso a questo programma, tuttavia, non è stato affatto scontato.
I candidati, provenienti da ben 13 Paesi diversi, hanno dovuto superare un processo selettivo rigoroso, affrontando anche notevoli ostacoli logistici.
La connettività internet precaria, tipica degli insediamenti profughi dove questi studenti vivevano, ha reso particolarmente impegnativa la partecipazione alle prove di ammissione, testimoniando la tenacia e la determinazione di questi giovani.
Il progetto Unicore, giunto alla settima edizione, non si limita a offrire opportunità individuali.
Si configura come un pilastro del sistema di accoglienza e integrazione italiano, un investimento nel capitale umano che, in futuro, potrà contribuire attivamente allo sviluppo dei loro Paesi d’origine.
L’impegno dell’Università Aldo Moro si inserisce in un panorama più ampio, che vede coinvolte 33 università italiane, capaci di offrire un’offerta formativa diversificata e all’avanguardia.
L’iniziativa, lanciata nel 2019, ha già permesso a oltre 300 giovani rifugiati di intraprendere un percorso di studi in Italia, culminato spesso con il conseguimento di una laurea e l’avvio di una carriera professionale.
L’arrivo di questi studenti non è solo un atto di generosità, ma un riconoscimento del potenziale inespresso di persone costrette a fuggire dalle proprie case, un’opportunità per costruire ponti culturali e promuovere una società più inclusiva e solidale.
Nei prossimi giorni si attende l’arrivo del terzo beneficiario, proveniente dall’India e rifugiato dall’Afghanistan, che frequenterà il corso di laurea in Fisica, ampliando ulteriormente la ricchezza di esperienze e prospettive all’interno della comunità accademica.







