La spianatoia in legno scura sembra un vulcano fumante, con una nebbiolina di farina di grano che si solleva dalle sue superfici irregolari come il vapore dell’acqua bollente. Al suo fianco, l’essiccatore per alimenti è un luogo deserto e silenzioso, come se i protagonisti della scena fossero scomparsi nel nulla, lasciando dietro di sé solo una memoria indelebile: la scritta incisa sul fondo di una scatola bianca, “Chiuso perché il Comune non vuole più farci lavorare”. È un annuncio che sembra una condanna a morte per le tradizioni e le abitudini di secoli.In questo quadro, si nota un senso di desolazione e disperazione, come se la stessa vita delle persone coinvolte fosse in gioco. Le pastaie del borgo antico di Bari sono una presenza storica e culturale, ed è impossibile pensare a questa città senza immaginare le loro mani che impastano i grani di farina per creare quelle orecchiette così leggendarie.La scelta di non lavorare più gli impasti di pasta è un atto di protesta contro il Comune, che ha multato le donne per l’occupazione del suolo pubblico. Ma c’è anche una richiesta di aiuto e di comprensione: “Vogliamo regolarizzare tutto”, dice Franca, “ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica cosa e come fare”. Eppure, i funzionari comunali sembrano aver chiuso gli occhi e le orecchie di fronte a questa storia, perché nessuno risponde al cellulare: né il sindaco Vito Leccese né l’assessore Pietro Petruzzelli.I turisti che si aggirano per i vicoli del borgo antico sono un simbolo della bellezza e dell’importanza di questa tradizione. E le pastaie, come Franca, vogliono che sia chiaro che loro sono disposte a tutto pur di portare avanti la propria arte e la propria cultura. La scena si conclude con una nota di tristezza e sconforto: anche per loro, i turisti, c’è un senso di perdita e di mancanza.In questo testo, non c’è solo la storia della protesta delle pastaie di Bari contro il Comune, ma anche un ritratto della città e della sua cultura. È una storia di tradizione, di passione e di dedizione, ma anche di problemi amministrativi e burocratici che sembrano minacciare la sopravvivenza delle cose più belle e autentiche della vita.