La protesta dei lavoratori delle pulizie e dell’accoglienza del Centro per richiedenti asilo di Bari Palese ha portato alla luce una problematica strutturale che affligge sempre più spesso i centri di accoglienza diffusa in Italia: il progressivo depauperamento delle risorse umane e finanziarie, con conseguenze dirette sulla qualità della vita dei migranti e sulla salute e la sicurezza degli operatori.Antonio Ventrelli, segretario generale della Filcams Cgil Bari, ha denunciato apertamente come le recenti gare d’appalto, guidate da logiche di contenimento dei costi, abbiano innescato un circolo vizioso che erode la capacità di garantire standard minimi di dignità e sicurezza. L’attuale organico, composto da venti persone, appare palesemente inadeguato a gestire le necessità di circa settecentocinquanta ospiti, rendendo il carico di lavoro insostenibile e i rischi per la salute degli operatori esponenzialmente più elevati.La carenza di personale non si traduce solo in un aumento del carico fisico, ma incide profondamente sulla qualità del servizio offerto. La pulizia degli ambienti, la gestione dei rifiuti, l’assistenza all’igiene personale e la prevenzione di focolai di malattie diventano sfide complesse, spesso irrisolvibili, con un impatto negativo diretto sulla salute pubblica e sulla percezione di sicurezza dei migranti.La situazione esacerbata è il risultato di una tendenza preoccupante: la ricerca di soluzioni economiche a breve termine che sacrificano la sostenibilità e la responsabilità sociale. Il taglio delle spese, a discapito del benessere di ospiti e dipendenti, non solo viola i principi fondamentali di umanità e dignità, ma mina anche l’efficacia stessa del sistema di accoglienza, alimentando potenzialmente tensioni e conflitti.La denuncia del sindacalista sottolinea la necessità urgente di un ripensamento radicale delle politiche di gestione dei centri di accoglienza. Non si tratta di un problema meramente amministrativo o economico, ma di una questione etica e sociale che coinvolge l’intero paese. È imprescindibile garantire condizioni di lavoro dignitose per il personale, retribuzioni adeguate e investimenti mirati per assicurare standard igienico-sanitari adeguati e un ambiente di accoglienza sicuro e rispettoso della dignità umana. Il confronto con la Prefettura rappresenta un primo passo, ma è fondamentale che si traduca in azioni concrete e durature, in grado di invertire la tendenza e di restituire al sistema di accoglienza la sua funzione di strumento di inclusione e di integrazione.
Bari Palese: Protesta ai Cie, Sotto pressione lavoratori e migranti
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