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mercoledì 12 Novembre 2025

Bari-Palestina: Un Filo di Solidarietà e Speranza

Un filo invisibile, tessuto di solidarietà, unisce Bari alla Palestina, un sostegno concreto alla resistenza di un popolo la cui stessa esistenza è costantemente messa in discussione.

Gianni e Lucy, figure impegnate nell’associazione Solidaria e Fuorimercato, hanno compiuto un viaggio in Cisgiordania, un ritorno nei luoghi e tra le persone con cui intrattengono una collaborazione ormai consolidata a distanza.

Il loro percorso si è concentrato attorno al Popular Art Center (PAC), un hub cruciale nel complesso mosaico della resilienza palestinese.
Rami, coordinatore del PAC, incarna l’impegno di un’organizzazione che opera su molteplici fronti: dall’agricoltura alla cultura, dalla formazione professionale alla difesa dell’identità culturale.

L’obiettivo primario, come spiegano Gianni e Lucy, è favorire una ricostruzione olistica, un processo che coinvolge la riappropriazione sociale, culturale ed economica della terra, pilastri fondamentali per la rivendicazione della dignità di un popolo.
A Nablus, la visita al Woman Support Center ha offerto uno sguardo privilegiato sulle realtà locali: cooperative agricole e culturali, prevalentemente composte da donne e giovani, che si fanno carico di una speranza tenace.

A Tulkarem, l’impianto di irrigazione, frutto dei fondi raccolti dalla cassa di mutuo soccorso di Sfruttazero, testimonia un concreto supporto a una cooperativa agricola.
Qui, una giovane agricola ha condiviso la cruda realtà della quotidianità, un’esistenza costantemente minacciata dalla presenza di colonie, checkpoint, muri e droni che sorvegliano ogni movimento.

Un’immagine indelebile è quella degli ulivi piantati in memoria dei figli strappati alla vita, un atto di resistenza silenzioso e profondamente commovente.
Il dialogo con gli abitanti dei campi profughi ha rivelato le cicatrici profonde lasciate dalle continue demolizioni, le case rase al suolo per far posto a basi militari.
Migliaia di sfollati lottano per la sopravvivenza, e chiunque osi difendere i diritti di coloro che vedono la propria abitazione distrutta rischia la detenzione amministrativa, un provvedimento arbitrario e prolungabile nel tempo.

L’esperienza di un referente delle cooperative agricole e del Youth Center, arrestato il giorno stesso del loro arrivo, ha incarnato la precarietà e la fragilità di chi si batte per la giustizia.

A Ramallah, la sede del PAC, un edificio che pulsa di attività, ospita sale prove per la danza dove 400 bambini e adolescenti trovano un’opportunità di espressione e di crescita.

Il PAC si configura come una rete di scuole di danza che si estende in Cisgiordania e a Gaza, un filo conduttore che unisce comunità e offre a giovani un futuro di speranza.
L’unicità di Ramallah risiede nella possibilità di richiedere un modico contributo alle famiglie, una risorsa vitale per sostenere l’organizzazione e indirizzare aiuti alle altre scuole in zone più difficili.

Infine, l’ostello in cui Gianni e Lucy hanno soggiornato ha fatto da rifugio per decine di persone provenienti da Gaza, testimoni diretti di un dolore inenarrabile.

Una donna, pochi giorni prima, ha ricevuto la tragica notizia della morte del fratello, una ferita aperta in un conflitto che si riaccende con ferocia in Striscia.
Il viaggio, quindi, non è solo un atto di solidarietà, ma un abbraccio silenzioso a un popolo ferito, un monito urgente per il mondo intero.

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