mercoledì 3 Settembre 2025
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Comune di Bari

Bari, Rinvio a giudizio per la tragica morte del neonato Angelo

La vicenda che coinvolge don Antonio Ruccia, parroco della chiesa San Giovanni Battista di Bari, e Vincenzo Nanocchio, tecnico elettricista, si è concretizzata in una richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Bari, segnando un capitolo particolarmente doloroso per la comunità locale.

L’inchiesta, condotta dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis e dalla pm Angela Morea, con il supporto della squadra mobile, ruota attorno alla tragica scomparsa di un neonato, soprannominato Angelo dal sindaco Vito Leccese, deceduto il 2 gennaio scorso.

L’evento, che ha scosso profondamente la città, ha portato all’accusa di omicidio colposo nei confronti dei due uomini.
L’ipotesi, sostenuta dall’accusa, è che la morte sia derivata da ipotermia, una conseguenza diretta di una sistemazione inadeguata e pericolosa.
Il locale destinato a culla termica, un’iniziativa nata presumibilmente con l’intento di offrire supporto a famiglie in difficoltà, non avrebbe rispettato i minimi standard di sicurezza indispensabili per tutelare la vita di un neonato.

L’impianto, progettato per garantire la sopravvivenza del bambino, presentava un difetto cruciale: l’assenza di un corretto funzionamento del sistema di monitoraggio e riscaldamento.
Il meccanismo, che prevedeva una notifica immediata al cellulare del parroco e l’attivazione automatica del riscaldamento in seguito alla rilevazione del peso del bambino, si è rivelato inefficace.

Questa lacuna ha portato all’esposizione del neonato a condizioni ambientali potenzialmente letali.
La scoperta del corpo senza vita è avvenuta in circostanze strazianti: il titolare di un’impresa funebria, presente in chiesa per un altro servizio, si è imbattuto nel tragico spettacolo durante la mattinata del 2 gennaio.

L’immagine ha amplificato il senso di sgomento e la necessità di fare luce sulle responsabilità che hanno contribuito a questa perdita irreparabile.
L’udienza preliminare, fissata per il 23 ottobre davanti alla giudice unica preliminare Ilaria Casu, rappresenta un momento cruciale per definire i termini dell’imputazione e raccogliere ulteriori elementi probatori.

La vicenda solleva interrogativi complessi riguardo alla responsabilità civile e religiosa di fronte alla vulnerabilità dei neonati e all’importanza di garantire standard di sicurezza rigorosi in ogni contesto che coinvolge la loro tutela.
Al di là delle accuse legali, la comunità è chiamata a confrontarsi con un profondo lutto e a riflettere sulle implicazioni morali e sociali di un evento così drammatico.

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