Un atto di profonda speranza e impegno civico si materializza a Bari, con l’innalzamento di un imponente striscione sulla facciata del Comune: una vibrante dichiarazione di sostegno alla candidatura dei bambini di Gaza per il Premio Nobel per la Pace.
L’iniziativa, promossa dalla fondazione “L’Isola che non c’è”, rappresenta un’eco di resilienza e umanità in un contesto globale segnato da conflitti e disuguaglianze.
L’azione, come spiega Franco Giuliano, presidente onorario della fondazione e voce autorevole del giornalismo, non si limita a Bari.
Nei prossimi giorni, striscioni simili saranno collocati in altre città pugliesi e, si auspica, in altre regioni d’Italia, estendendo il messaggio di solidarietà e speranza.
L’adesione personale del governatore del Molise, Francesco Roberti, testimonia la crescente sensibilità verso questa cruciale questione umanitaria.
La fondazione sta inoltre perseguendo un contatto diretto con la segreteria di Stato Vaticana, con l’obiettivo di ottenere un’udienza privata con Sua Santità Papa Leone XIV.
In questa occasione, si intende offrire al Pontefice un simbolo tangibile della campagna: una maglietta, frutto del meticoloso lavoro artigianale delle Suore dell’ordine delle Ancelle del Bambino Gesù di Sarajevo.
Un omaggio che racchiude in sé la memoria di una città martoriata, Sarajevo, città che ha subito l’orrore del più lungo assedio della storia recente, un primato che Gaza rischia di superare.
La scelta di Sarajevo non è casuale: un monito, un richiamo alla necessità di non dimenticare le ferite del passato e di agire per evitare che si riaprano.
L’azione di Bari si inserisce in un contesto più ampio di manifestazioni di supporto, con striscioni già esposti in luoghi emblematici come il Policlinico di Bari, l’Ospedale Perrino a Brindisi, i castelli di Latiano e Francavilla Fontana e il municipio di San Vito dei Normanni.
Questi luoghi, simboli di comunità e istituzioni, diventano palcoscenici di un messaggio universale.
La candidatura dei bambini di Gaza, come sottolinea Giuliano, trascende la mera valenza simbolica.
Si tratta di un appello morale urgente, un imperativo etico che invita la comunità internazionale a riconoscere la sofferenza innocente di una popolazione indifesa.
Premiare i bambini di Gaza significa, in definitiva, riaffermare il diritto fondamentale di ogni bambino, ovunque nel mondo, a vivere in un ambiente di pace, sicurezza e dignità.
Significa riconoscere la loro intrinseca fragilità e la loro capacità di incarnare la speranza di un futuro migliore.
La proposta formale, che sarà presentata al comitato Nobel entro gennaio 2026, non è solo un atto di riconoscimento, ma un investimento in un futuro di pace e giustizia per tutti.