Un episodio di violenza premeditata ha scosso la tranquillità di Barletta, culminando nell’arresto di un uomo trentenne, imputato di minacce aggravate da un’arma da fuoco e porto abusivo di pistola.
L’arresto, eseguito dalla polizia, fa luce su una vicenda complessa, intrecciata a dinamiche familiari e, potenzialmente, a preesistenti tensioni nel tessuto sociale locale.
L’uomo, coinvolto in un episodio di sparatoria verificatosi il 4 luglio, aveva subito lesioni alla gamba sinistra, ora in via di guarigione con una prognosi di un mese.
Tuttavia, le indagini condotte dalla squadra mobile della Questura di Andria, sotto la direzione della Procura di Trani, hanno rapidamente ribaltato la prospettiva, identificando il ferito come l’autore materiale delle minacce.
Le ricostruzioni investigative delineano un quadro inquietante: quattro colpi di pistola, deliberatamente indirizzati alla porta d’ingresso di un’abitazione, dove risiedono la madre e il suo compagno.
Le motivazioni di tale gesto violento sembrano essere legate a una discussione interpersonale, sebbene le dinamiche precise e il background della contesa rimangono oggetto di approfondimento.
Elementi cruciali per la ricostruzione degli eventi sono stati forniti dalle riprese dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona, che hanno permesso di tracciare i movimenti dell’aggressore, e dal rinvenimento di un bossolo, recuperato sul luogo dell’evento e identificato dalla sezione Scientifica come appartenente a un’arma compatibile con le caratteristiche dei proiettili recuperati.
L’analisi balistica ha permesso di confermare la correlazione tra il bossolo e l’arma presumibilmente utilizzata.
L’arresto e la conseguente detenzione in carcere a Foggia, in attesa di ulteriori accertamenti e del processo, sollevano interrogativi sulla salute mentale dell’uomo e sulle possibili radici del suo comportamento aggressivo.
La vicenda, oltre al grave allarme generato nella comunità locale, evidenzia la necessità di rafforzare i sistemi di prevenzione e di intervento precoce in situazioni di potenziale escalation della violenza, soprattutto in contesti familiari.
Le autorità competenti stanno ora indagando per accertare se l’uomo agisse da solo o avesse complici, e per ricostruire la storia delle relazioni interpersonali che hanno portato a questo episodio di grave allarme sociale.