Alle prime luci dell’alba, Biccari, tranquillo borgo incastonato nel cuore dei Monti Dauni, è stata scossa da un evento che ha lacerato la quiete della comunità: un attentato dinamitardo al bancomat della filiale della Banca Popolare Pugliese.
L’esplosione, verificatasi alle 5:30, ha provocato un boato udibile a chilometri di distanza, risvegliando i residenti e destabilizzando l’atmosfera pacifica del paese.
L’azione, compiuta da malviventi ancora non identificati, ha impiegato la tecnica della “marmotta”, un metodo criminale che consiste nell’inserimento di un ordigno esplosivo all’interno della fessura del bancomat, solitamente con l’obiettivo di forzare l’erogazione di contante.
L’esplosione, di notevole potenza, ha non solo danneggiato in modo significativo lo sportello automatico, ma ha esteso i danni anche alla struttura circostante e agli uffici della sede bancaria, compromettendo l’integrità fisica dell’edificio e potenzialmente l’operatività futura della filiale.
La natura rudimentale dell’ordigno, pur nella sua pericolosità, suggerisce una preparazione minima e una certa familiarità con le tecniche di manipolazione di esplosivi, sollevando interrogativi sulle possibili connessioni tra questo atto vandalico e altre attività criminali nella zona.
L’ammontare del denaro sottratto, o il tentativo di sottrarlo, è attualmente sconosciuto, e le indagini sono focalizzate sulla verifica dell’effettivo successo della rapina.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, immediatamente intervenuti, hanno avviato un’accurata perizia del sito e stanno acquisendo e analizzando le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza, nella speranza di raccogliere elementi utili per identificare e arrestare i responsabili.
La ricostruzione dell’evento, le testimonianze dei residenti e l’analisi delle tracce lasciate dai malvivori rappresentano cruciali elementi per il successo delle indagini.
Questo episodio, oltre al danno economico subito dalla banca e alla paura generata nella popolazione, riaccende l’attenzione sulla vulnerabilità delle infrastrutture finanziarie nelle aree interne e sulla necessità di rafforzare i sistemi di sicurezza, non solo a livello tecnologico, ma anche attraverso una maggiore collaborazione tra le forze dell’ordine e la comunità locale.
Si tratta di un campanello d’allarme che richiede una riflessione più ampia sulle cause profonde di questi atti vandalici e sulla ricerca di strategie preventive più efficaci.






