Un corteo di memoria, un fardello condiviso, un impegno collettivo: Bitonto si prepara a ripercorrere il cammino di Anna Rosa Tarantino, l’anziana donna strappata alla vita otto anni fa da una spirale di violenza che ha macchiato il cuore del suo centro storico.
La marcia cittadina, prevista per domani, non è un semplice atto commemorativo, ma una dichiarazione d’intenti, un atto di resilienza di una comunità che si rifiuta di piegarsi alla logica del crimine.
Il tragico evento del 30 dicembre, quando Anna Rosa fu vittima innocente di un conflitto armato tra dinamiche criminali, ha lasciato una cicatrice profonda nel tessuto sociale bitontino.
La sua scomparsa, un’aberrazione in un contesto di apparente tranquillità, ha risvegliato una profonda riflessione sulla fragilità della vita e sulla necessità imperante di contrastare ogni forma di illegalità.
Il corteo, organizzato congiuntamente dall’amministrazione comunale e dal presidio locale di Libera, si snoderà da Piazza Caduti del Terrorismo, un luogo simbolico a brevissima distanza dal sito dell’omicidio, per concludersi con una solenne celebrazione eucaristica nella Cattedrale.
Questo percorso, più che una sequenza di passi, rappresenta un viaggio emotivo e civile, un’occasione per riappropriarsi degli spazi pubblici e per riaffermare i valori fondamentali della convivenza pacifica.
Il Sindaco Francesco Paolo Ricci, invitando la cittadinanza di Bitonto, Mariotto e Palombaio a unirsi al corteo, sottolinea l’importanza di questo momento come un catalizzatore per un rinnovato senso di responsabilità e per un impegno concreto nella promozione della legalità.
La marcia non è un mero rituale, ma un atto politico, una presa di posizione inequivocabile contro ogni forma di violenza e di ingiustizia.
Il ricordo di Anna Rosa Tarantino diventa così un potente motore per la costruzione di una comunità più forte, più consapevole e più determinata a sconfiggere le radici profonde della criminalità.
Camminare insieme, condividere il dolore e rafforzare il senso di appartenenza, significa riaffermare la propria identità e il proprio diritto a vivere in un ambiente sicuro e prospero, dove la memoria di chi è stato ingiustamente strappato alla vita possa ispirare azioni concrete per un futuro migliore.
La marcia rappresenta, in definitiva, un atto di speranza, un messaggio di impegno verso un orizzonte di legalità e giustizia sociale.






