La vicenda che mi vede coinvolto, e per la quale ho subito una detenzione cautelare di oltre tre mesi, è diventata un tragico esempio di come il diritto alla presunzione di innocenza possa essere brutalmente calpestato da un’isteria mediatica senza precedenti.
Affermo con assoluta certezza la mia innocenza rispetto alle accuse di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, contestatemi in relazione alle elezioni amministrative del Comune di Grumo Appula, della Regione Puglia (20 e 21 settembre 2020) e del Comune di Triggiano (3 e 4 ottobre 2021).
Lungi dall’essere un’indagine volta a chiarire la verità, si è assistito a un’operazione di delegittimazione personale, una vera e propria gogna pubblica, amplificata da una narrazione mediatica distorta e preconcetta, che continua a ferirmi profondamente, a dispetto del tempo trascorso.
La mia testimonianza, e quella di mia moglie, l’ex assessora Anita Maurodinoia, che ha scelto di dimettersi dai suoi incarichi istituzionali e politici in segno di rispetto per la mia figura e per la delicatezza della situazione – una scelta che ritengo denoti un’integrità e un coraggio che si contrappongono nettamente alla superficialità e alla faziosità che hanno caratterizzato la gestione mediatica di questa vicenda – si pone come baluardo contro un sistema di accusa pregiudizievole e privo di fondamenta solide.
L’udienza preliminare ha visto il deposito di un nuovo verbale, relativo alle dichiarazioni del maresciallo Gerardo Leone, figura centrale nell’avvio delle indagini.
Un verbale che, paradossalmente, ha aperto un nuovo fronte di accuse, questa volta nei confronti dello stesso Leone, da parte mia e di Armando De Francesco, il mio ex collaboratore.
Si contesta a Leone l’induzione indebita e la calunnia, derivanti da un colloquio registrato in precedenza, in cui De Francesco affermava di essere stato retribuito dal maresciallo per incastrare me.
In questa stessa fase, Leone ha fornito ai magistrati una dettagliata ricostruzione di un incontro avvenuto durante le elezioni di Triggiano del 2021, descrivendo una presunta circostanza – la mia vicinanza a Christian Luca Strisciuglio, un pregiudicato, all’esterno di un seggio – corredata addirittura di una fotografia.
La ricostruzione di Leone, tuttavia, appare forzata e finalizzata a costruire un quadro malevolo che non corrisponde alla realtà dei fatti.
L’incontro, se mai avvenuto, si è trattato di una coincidenza casuale, un evento banale e privo di qualsiasi rilevanza, distorto e strumentalizzato per creare un’associazione ingiustificata con un individuo che non conosco né ho mai sostenuto.
È inaccettabile che un incontro casuale possa essere utilizzato come elemento probatorio per infangare la mia reputazione e pregiudicare il mio diritto a un giusto processo.
La mia reazione, quindi, è quella di tutelare la mia dignità e il mio diritto alla verità, annunciando un’immediata denuncia per calunnia nei confronti del maresciallo Leone.
Questa vicenda è un monito per la società: è necessario un ritorno alla sobrietà e all’obiettività nell’informazione, per evitare che l’urgenza di titoli sensazionalistici possa calpestare la presunzione di innocenza e distruggere vite e carriere.
Mi batterò con tutte le mie forze per ristabilire la verità e ripristinare la mia reputazione, vittima di un sistema di accusa che sembra più interessato alla spettacolarizzazione del processo che alla ricerca della giustizia.