Nel cuore del Subappennino Iserno-Matese, a Celenza Valfortore, un piccolo gioiello di storia e tradizioni incastonato nel territorio foggiano, emerge una storia di resilienza e innovazione comunitaria.
“Dimora Manzoni” rappresenta un esempio emblematico di come un’amministrazione lungimirante possa trasformare un bene immobile abbandonato in un motore di sviluppo locale.
La vicenda affonda le sue radici nel 2012, quando l’amministrazione Venditti, forte di un finanziamento regionale da un milione di euro destinato all’edilizia residenziale pubblica, acquisì una preesistente palazzina di fine Ottocento, universalmente conosciuta come “casa Palancia”.
Un edificio che, nel corso dei decenni, aveva perso la sua vitalità, incarnando il lento declino demografico che ha colpito molti piccoli centri italiani.
L’iniziale progetto mirava a rispondere a un fabbisogno abitativo che, con il passare del tempo, si è progressivamente modificato.
L’evoluzione socio-economica del territorio ha reso evidente che la destinazione originaria, legata all’edilizia residenziale, non era più adeguata alle nuove esigenze.
Il centro storico, spopolato e con un tessuto sociale in trasformazione, richiedeva un approccio differente.
Di conseguenza, l’amministrazione comunale ha sapientemente intercettato i segnali del mercato, richiedendo un cambio di destinazione d’uso che si è rivelato determinante.
“Dimora Manzoni” nasce così da questa lungimirante inversione di rotta.
Il nome, evocativo e legato all’ubicazione dell’edificio, sottolinea l’identità radicata nel territorio.
La struttura, articolata in miniappartamenti, offre venticinque posti letto, rispondendo a una domanda diversificata.
Il sindaco Venditti sottolinea come, nei piccoli comuni, le strutture ricettive non siano solo un servizio per chi lavora nella zona, ma un elemento cruciale per intercettare le nuove tendenze del turismo, in particolare il cosiddetto “turismo lento”, un modello di viaggio sempre più apprezzato che privilegia la scoperta autentica dei luoghi e il contatto con la comunità locale.
L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di rilancio del territorio, affiancandosi a un preesistente BeB nato da un’iniziativa privata e dal Gruppo di Azione Locale Meridaunia.
Tuttavia, l’amministrazione è consapevole che questi sforzi, pur significativi, non sono ancora sufficienti a soddisfare appieno le potenzialità del borgo.
La visione futura è quella di creare un “albergo diffuso”, un modello di ospitalità innovativo che valorizza il patrimonio edilizio esistente, recuperando ulteriori abitazioni abbandonate nel centro storico e trasformandole in accoglienti alloggi.
Questo approccio non solo favorisce la riqualificazione urbana, ma contribuisce anche a rafforzare il senso di appartenenza alla comunità e a creare nuove opportunità di lavoro per i residenti, in un’ottica di sviluppo sostenibile e duraturo per Celenza Valfortore e per l’intera area interna.
L’obiettivo è chiaro: restituire vita e prosperità a un piccolo borgo, trasformando un segno di abbandono in un simbolo di speranza e di rinascita.







