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mercoledì 29 Ottobre 2025

Cerignola, un anno senza Gennaro: fede, speranza e un grido di giustizia.

La processione si snoda dal Duomo verso l’Ofanto, un corteo di fede e commozione che accompagna la Madonna al suo santuario.

La folla, numerosa come sempre in questa sacra ricorrenza, testimonia un profondo legame tra la comunità e la sua patrona.

In questo momento di raccoglimento, il vescovo Fabio Ciollaro rivolge un appello urgente, un grido di speranza e giustizia che si eleva al di sopra del canto liturgico.
Un appello che trascende i confini della cattedrale, un monito rivolto a chi detiene la chiave di un dolore incolmabile.

La scomparsa di Gennaro Fiscarelli, un uomo di 32 anni, ha lasciato un vuoto lacerante nel tessuto sociale di Cerignola.

Un anno è trascorso da quella fatidica sera del 5 ottobre 2024, quando Gennaro, accompagnato da amici, si è allontanato per partecipare alla Notte dello Sport, scomparendo nel nulla.
La scoperta della sua auto, ridotta in cenere in una zona isolata, insieme al suo cellulare, ha alimentato il terrore e l’incertezza, trasformando la speranza in un’angoscia profonda.

La madre di Gennaro, Giuseppina Di Biase, vive un tormento insopportabile, sospesa tra la speranza e la paura più nera.
L’assenza prolungata del figlio, la mancanza di qualsiasi comunicazione, hanno eroso la sua anima.

Non più semplici lacrime di dolore, ma un grido disperato che si infrange contro il muro del silenzio.

La sua richiesta non è solo quella di ritrovare il corpo del figlio, ma di ottenere la verità, di conoscere il destino di un essere umano che le è stato strappato via.
Un diritto fondamentale, un dovere morale verso un figlio amato.
L’appello del vescovo è un atto di responsabilità pastorale, un tentativo di mobilitare la coscienza collettiva, di sollecitare l’intervento di chi, forse, possiede informazioni cruciali.

La giustizia non è solo un diritto, ma un imperativo morale.
La verità, anche se dolorosa, è l’unico antidoto contro l’odio e l’ingiustizia.

La collaborazione, anche anonima, è un atto di civiltà, un gesto di umanità.
La comunità di Cerignola, profondamente scossa da questo dramma, si stringe attorno alla famiglia Fiscarelli, offrendo sostegno e speranza.

Lo striscione appeso sulla facciata del Comune, con il volto sorridente di Gennaro e la scritta “Chi sa parli”, è un monito costante, un invito alla responsabilità, un simbolo di speranza che non si spegne.

La ricerca della verità, la giustizia per Gennaro, sono un impegno che coinvolge l’intera comunità, un dovere morale verso un figlio perduto, verso una madre in lacrime, verso un futuro di speranza e giustizia.

La fede, la speranza, la giustizia sono i pilastri di una comunità che non dimentica, che non si arrende, che continua a cercare la verità.

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