Un colpo durissimo all’edilizia fraudolenta in Puglia: il Tribunale di Trani ha disposto la confisca di beni per un valore di quasi 4,5 milioni di euro, nell’ambito di un’indagine particolarmente complessa che svela un sofisticato sistema di elusione fiscale e appropriazione indebita di fondi pubblici.
L’operazione, denominata “Cassetto Distratto” e condotta dai finanzieri del Comando Provinciale Barletta-Andria-Trani, ha portato alla confisca di immobili, veicoli, disponibilità finanziarie e crediti d’imposta legati ai bonus edilizi, colpendo un imprenditore già condannato a tre anni e otto mesi di detenzione domiciliare in seguito a una sentenza emessa in via definitiva.
Le indagini, formalmente avviate nel 2024 ma con radici che affondano nel periodo tra fine 2021 e 2023, hanno portato alla luce un meccanismo pervasivo volto a sfruttare le agevolazioni fiscali previste per interventi di riqualificazione energetica, il miglioramento delle facciate degli edifici e la riduzione del rischio sismico.
Il sistema si basava su attestazioni false di lavori mai eseguiti, una manipolazione che consentiva di generare crediti d’imposta fittizi.
In alcuni casi, le attestazioni riguardavano immobili inesistenti o appartenenti a terzi, una ulteriore dimostrazione della premeditazione e della complessità dell’inganno.
La frode si estendeva ben oltre l’imprenditore direttamente colpito dalla confisca.
Il provvedimento di confisca attuale fa parte di un’operazione più ampia che coinvolge cinque persone fisiche e quattro società provinciali, con un valore complessivo dei beni sequestrati e confiscati che supera i 72 milioni di euro.
I crediti d’imposta, una volta generati, venivano trasferiti (“iniettati”) nel cassetto fiscale di altre società, anch’esse controllate dagli indagati.
Questo “cassetto” diventava poi una fonte di finanziamento occulta, impiegata per compensare debiti preesistenti con l’Erario e ottenere un ingente vantaggio fiscale illecito.
L’operazione “Cassetto Distratto” non solo restituisce risorse altrimenti sottratte al patrimonio pubblico, ma evidenzia anche la necessità di rafforzare i controlli e le verifiche sui crediti d’imposta, con particolare attenzione all’effettiva realizzazione degli interventi edilizi e alla corretta qualificazione dei soggetti coinvolti.
Il caso sottolinea, inoltre, la crescente sofisticazione delle frodi fiscali e la necessità di una collaborazione sempre più stretta tra le forze dell’ordine, l’Agenzia delle Entrate e la magistratura per contrastare efficacemente queste attività illecite, garantendo la legalità e l’equità nel sistema tributario.