La filiera del pomodoro da industria in Puglia sta affrontando una crisi profonda, un campanello d’allarme che risuona ben oltre i confini della regione e ne mette a rischio il primato nazionale.
Le stime a metà percorso della raccolta, elaborate da Coldiretti Puglia, dipingono un quadro allarmante: una riduzione della produzione che supera il 30%, con conseguenze dirette e preoccupanti per l’intero settore agroalimentare italiano.
La Puglia rappresenta l’epicentro della produzione nazionale di pomodoro da salsa, con una concentrazione di 18.000 ettari dedicati a questa coltura, un dato che incide per l’84% sull’intera superficie coltivata nella provincia di Foggia, cuore pulsante del “Made in Italy” nel Mezzogiorno.
Questa area, dove operano circa 3.500 produttori che gestiscono una superficie media di 32.000 ettari, genera annualmente circa 20 milioni di quintali di pomodori, generando un valore della produzione (Plv) che si avvicina ai 180 milioni di euro.
L’emergenza è acuita non solo dalla prolungata siccità, che sta prosciugando le risorse idriche e compromettendo la vitalità delle piante, ma anche dalla mancata implementazione di un sistema di irrigazione efficiente e strutturale.
La carenza d’acqua, unita alla fragilità infrastrutturale, sta creando una tempesta perfetta che sta mettendo a dura prova la resilienza degli agricoltori.
Il rialzo dei prezzi del pomodoro, seppur inevitabile in questa situazione di carenza, non si traduce in un effettivo vantaggio economico per i produttori.
I costi di produzione, in costante aumento a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei fertilizzanti, assorbono gran parte del margine di guadagno potenziale.
Gli investimenti in macchinari, tecnologie e nuove varietà, spesso cruciali per l’innovazione e la sostenibilità, rischiano di essere vanificati dalla crisi attuale, lasciando gli agricoltori in una situazione di precarietà finanziaria.
Marzio De Matteo, presidente di Coldiretti Foggia, sottolinea con chiarezza la necessità urgente di interventi mirati e strutturali.
Non si tratta solo di affrontare l’emergenza immediata, ma di ripensare profondamente il modello di sviluppo agricolo, promuovendo pratiche sostenibili, investendo in tecnologie di irrigazione innovative, come sistemi a goccia e il recupero delle acque reflue, e rafforzando la cooperazione tra produttori e istituzioni.
È imperativo, inoltre, garantire un accesso equo alle risorse idriche e sostenere la ricerca di varietà resistenti alla siccità, in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici in corso.
La sopravvivenza della filiera del pomodoro pugliese, e la sua capacità di continuare a garantire la qualità e la sicurezza alimentare del nostro paese, dipendono dalla nostra capacità di agire con prontezza e lungimiranza.