Un’indagine complessa, protrattasi negli anni, ha portato alla luce una diffusa e strutturata deviazione di fondi pubblici all’interno dell’Agenzia Regionale del Turismo della Regione Puglia.
L’attività, culminata con un significativo provvedimento di sequestro beni di oltre 800.000 euro, coinvolge nove persone, ex e attuali dipendenti, indagate per reati di peculato, riciclaggio e auto-riciclaggio.
L’inchiesta, già iniziata nel 2024 con il sequestro di beni per circa 400.000 euro, ha rivelato un quadro di corruzione e abuso di potere che si sarebbe sviluppato nel corso di diversi anni, tra il 2017 e il 2022.
Al centro dell’articolata rete di illeciti vi è la figura del dirigente generale ad interim (ora deceduto), che, in compartecipazione con il responsabile dell’ufficio pagamenti, avrebbe orchestrato un sistema di appropriazione indebita di risorse destinate alla promozione turistica regionale.
Il meccanismo fraudolento si sarebbe concretizzato principalmente attraverso l’erogazione di emolumenti stipendiali e compensi occulti, destinati non solo ai due protagonisti, ma anche a un altro funzionario interno all’ente.
Le indagini della Guardia di Finanza hanno inoltre evidenziato come parte delle risorse sottratte siano state trasferite a familiari dei principali indagati, i quali, consapevoli della natura illecita dei fondi, avrebbero agito come “pulitori” di denaro, contribuendo a dissimulare la provenienza illecita delle somme.
Questo aspetto cruciale della vicenda sottolinea la complessità dell’organizzazione criminale e la collaborazione tra i diversi attori coinvolti.
L’inchiesta ha inoltre ricostruito una serie di pagamenti ingiustificati, disposti a partire dal conto di tesoreria dell’Azienda di Promozione Turistica della provincia di Foggia, poi confluita nell’Agenzia Regionale.
Un aspetto particolarmente rilevante è il ruolo del dirigente indagato, che aveva ricoperto la carica di liquidatore presso l’Azienda di Foggia dal 2009, beneficiando l’attuale responsabile dell’ufficio pagamenti e un suo familiare, quest’ultimo privo di qualsiasi rapporto di lavoro o collaborazione con l’ente.
Questo dettaglio suggerisce una preesistente rete di relazioni e una pianificazione a lungo termine nell’ambito della frode.
Il provvedimento di sequestro beni disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura, rappresenta un passo significativo nel percorso di accertamento delle responsabilità e nel tentativo di recuperare le risorse pubbliche deviate.
L’indagine è tuttora in corso e promette di far emergere ulteriori dettagli e di portare alla luce l’intera catena di illeciti che ha intaccato la credibilità e la gestione di un’istituzione chiave per lo sviluppo turistico della Puglia.








