lunedì 29 Settembre 2025
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Comune di Bari

Disastro Andria-Corato: Sentenza d’Appello, verità ancora in sospeso.

Il verdetto della Corte d’Appello di Bari, emesso a distanza di anni dal tragico evento del 12 luglio 2016, sancisce un epilogo complesso e parziale per il caso del disastro ferroviario Andria-Corato.
Pur confermando le due condanne già formulate in primo grado, seppur alleggerite di pochi mesi, la sentenza solleva interrogativi cruciali sulla responsabilità collettiva e sui meccanismi che hanno condotto alla catastrofe.
Il bilancio è drammatico: ventitré vite spezzate e oltre cinquanta persone ferite, un dolore ancora vivo nelle comunità coinvolte.

La Corte ha ritenuto responsabili, in via penale, il capostazione di Andria, Vito Piccarreta, condannato a sei anni e tre mesi di reclusione, e il capotreno del convoglio, Nicola Lorizzo, con una pena di sei anni e nove mesi.
Queste condanne, seppur ridotte rispetto alla sentenza di primo grado, riflettono la gravità delle loro azioni o omissioni che, secondo la giustizia, hanno contribuito al disastro.
L’assoluzione, tuttavia, della società Ferrotramviaria, gestore del tratto ferroviario a binario unico tra Andria e Corato, rappresenta un elemento particolarmente delicato.
Questa decisione, pur essendo giuridicamente valida, apre un dibattito ampio e necessario sulla responsabilità delle aziende ferroviarie, sui controlli di sicurezza implementati, e sulla loro aderenza agli standard di sicurezza previsti.

Si pone, quindi, una questione fondamentale: fino a che punto una società può essere ritenuta innocente quando un evento così devastante avviene sotto la sua gestione?Il disastro di Andria-Corato non fu un semplice incidente, ma il risultato di una concatenazione di fattori che includono aspetti tecnici, procedurali e, potenzialmente, organizzativi.
Il binario unico, la gestione del traffico ferroviario, i sistemi di segnalazione, la formazione del personale: ogni elemento di questa complessa macchina deve essere attentamente esaminato per comprendere appieno le cause del disastro e prevenire il ripetersi di simili tragedie.
La sentenza della Corte d’Appello, pur chiudendo una fase del processo penale, non può rappresentare la fine della ricerca della verità e della giustizia.

È necessario un approfondimento continuo, un’analisi rigorosa e trasparente di tutti gli aspetti del caso, con l’obiettivo di offrire risposte complete alle famiglie delle vittime, di garantire la sicurezza dei viaggiatori e di rafforzare la cultura della prevenzione e della responsabilità nel settore ferroviario.

La memoria delle vittime deve continuare a ispirare un impegno costante verso un futuro più sicuro e giusto.

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