La Regione Puglia si trova ad affrontare una delicata emergenza legata alla forza lavoro del sistema giudiziario, con un numero considerevole di 600 precari impiegati grazie ai finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Questo dato, purtroppo, si inserisce in un quadro nazionale ben più ampio, che vede ben 12.000 professionisti in situazioni analoghe, una platea di risorse umane cruciali per il corretto funzionamento della giustizia italiana.
L’imminente scadenza del 2026, con il termine dell’accordo relativo alla stabilizzazione del 50%, proietta un’ombra di incertezza sul futuro di metà di questi lavoratori, rischiando di privare il Paese di competenze preziose e di compromettere l’efficienza del sistema giudiziario.
La mobilitazione sindacale, concretizzata in uno sciopero nazionale indetto dalla Fp Cgil, si è manifestata con un significativo presidio di protesta di fronte alla Prefettura di Bari, un atto di richiamo volto a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni.
Come sottolinea Dario Capozzi Orsini, segretario regionale della Fp Cgil Puglia, la perdita di 600 professionisti pugliesi rappresenterebbe un colpo durissimo per un sistema già gravato da una carenza strutturale di ben 35.000 unità a livello nazionale.
Questo vuoto di competenze, in una regione come la Puglia che già fatica a garantire un servizio di giustizia efficiente, rischia di erodere ulteriormente la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
La forza lavoro in questione non è composta esclusivamente da figure tecniche specializzate; una parte significativa svolge funzioni essenziali all’interno degli uffici di gestione dei processi.
Grazie al loro contributo, si è registrato un significativo progressivo smaltimento dell’arretrato giudiziario e una conseguente accelerazione dei tempi processuali – risultati fragili se tali risorse verranno disperse.
La battaglia sindacale mira ora a un obiettivo più ampio: la stabilizzazione totale di tutti i lavoratori coinvolti.
Al di là della mera questione economica, emerge una preoccupazione più profonda relativa alla mobilità geografica del personale.
Non è escluso che i professionisti pugliesi, una volta terminato l’accordo PNRR, possano essere trasferiti in altre regioni, privando la Puglia di un patrimonio di competenze e di esperienza maturata sul territorio.
Questo solleva interrogativi sulla capacità della regione di mantenere un livello adeguato di servizi giustiziali in futuro.
Una delegazione sindacale è stata convocata per un incontro con il Prefetto Francesco Russo, con l’auspicio di trovare soluzioni concrete per scongiurare la perdita di queste figure professionali e tutelare il diritto alla giustizia per i cittadini pugliesi.