Durante il periodo estivo 2025, il Centro ustioni del Policlinico di Bari ha affrontato un’emergenza continua, con una pressione significativa sulle risorse e un flusso ininterrotto di pazienti bisognosi di cure specialistiche.
Tra giugno e settembre, sono stati accolti 51 individui con lesioni ustionali, con un tasso di occupazione costante al 100% nelle sezioni di terapia intensiva (6 posti) e subintensiva (6 posti), che hanno ospitato a turno 44 persone.
Questo carico di lavoro ha impattato anche le due Rianimazioni del Policlinico, che hanno gestito direttamente 7 pazienti con ustioni particolarmente gravi, richiedendo interventi specifici e tempestivi.
La necessità di assistenza ha superato i confini regionali, con 11 pazienti provenienti da altre aree geografiche: 5 dalla Calabria, 3 dalla Basilicata, 1 dalla Campania, 1 dal Molise e 1 dal Piemonte.
Questo dato sottolinea il ruolo cruciale del Centro ustioni di Bari come punto di riferimento per la cura di lesioni complesse in un’area più ampia, evidenziando la carenza di strutture specialistiche in altre regioni.
L’analisi delle cause degli incidenti, condotta dal responsabile del Centro ustioni, Giulio Maggio, rivela un quadro preoccupante e fortemente legato a comportamenti imprudenti.
La stragrande maggioranza (95%) degli eventi – quasi innumerevoli – sono stati innescati da ustioni da fiamma, con un’associazione evidente all’uso improprio di alcol e benzina, un mix pericoloso che innesca incendi improvvisi e devastanti.
Un’altra causa significativa (4%) è legata a liquidi bollenti, una minaccia particolare per i bambini, a causa della loro curiosità e della loro mancanza di consapevolezza dei rischi.
Infine, un numero limitato di casi (1%) derivano da agenti chimici, spesso legati a infortuni sul lavoro.
Tra gli episodi più frequenti, si segnalano l’uso di alcol per favorire la combustione di barbecue o falò, la preparazione di liquori con la presenza di fiamme libere, il rischio legato agli abiti sintetici che si infiammano durante la cottura, le cadute con pentole di acqua bollente, i roghi incontrollati di sterpaglie in aree rurali, e le pericolose esplosioni di serbatoi di benzina o bombole di gas, spesso associate a crolli strutturali.
Questi eventi, tutti evitabili, denunciano una mancanza di consapevolezza dei rischi e una scarsa applicazione delle norme di sicurezza.
La gravità delle ustioni profonde, che superano il 70% della superficie corporea, si traduce inevitabilmente in un elevato tasso di mortalità, un dato clinico ampiamente documentato in letteratura scientifica.
Nonostante questo scenario clinico pesante, il team del Centro ustioni si impegna a fornire la migliore assistenza possibile, adottando trattamenti all’avanguardia e protocolli terapeutici innovativi, per offrire a ogni paziente una possibilità di guarigione, anche nelle circostanze più critiche.
La dedizione e la competenza del personale sanitario rappresentano un baluardo di speranza in un contesto di emergenza continua.