domenica 19 Ottobre 2025
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Erika suona la campanella: una rinascita dopo il linfoma.

Il suono cristallino della campanella ha squarciato l’aria, un rintocco carico di speranza e di resilienza.
Erika, diciannove anni, studentessa di ingegneria gestionale e originaria di Foggia, ha celebrato la conclusione di un capitolo profondamente segnato dalla malattia, un percorso arduo che l’ha vista confrontarsi con la fragilità e la forza interiore.
La cerimonia, avvenuta presso il reparto di oncoematologia pediatrica ed ematologia dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, rappresenta un momento simbolico: la liberazione dal peso del linfoma di Hodgkin, una neoplasia del sistema linfatico diagnosticata a sedici anni.
La storia di Erika si snoda attraverso un intricato labirinto di diagnosi, terapie e momenti di incertezza.
Iniziata con dolori persistenti alla gamba, la sua vicenda clinica l’ha condotta da pronto soccorso all’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, dove una biopsia presso la struttura Sant’Orsola ha confermato la diagnosi di linfoma di Hodgkin. La complessità della malattia ha richiesto un approccio multidisciplinare, con diversi cicli di chemioterapia, affrontati con coraggio e determinazione, seguiti da una recidiva che ha imposto ulteriori interventi terapeutici, inclusa l’immunoterapia e, infine, il trapianto autologo di cellule staminali.

Il reparto di oncoematologia pediatrica dell’ospedale Casa Sollievo, un centro di riferimento per la regione, ha fornito un supporto essenziale durante l’intero percorso.
Questo reparto, uno dei pochi in Puglia con competenze specifiche per la cura di patologie ematologiche in età pediatrica, ha permesso a Erika di ricevere cure altamente specializzate e un ambiente accogliente, fondamentale per affrontare le sfide fisiche ed emotive.
“È un gesto semplice, ma potente,” ha commentato Erika, visibilmente emozionata.
“Rappresenta l’inizio di una nuova fase della mia vita, un traguardo raggiunto grazie all’inestimabile sostegno della mia famiglia, dei docenti, delle associazioni e, soprattutto, della dedizione e dell’umanità del personale sanitario.
Porterò con me le lezioni apprese, la consapevolezza della resilienza umana e la profonda gratitudine per ogni giorno.

“La direttrice del reparto, Anita Spirito, ha sottolineato l’importanza di questo rituale: “Il suono della campanella simboleggia la fine di un viaggio complesso e faticoso, affrontato dai nostri giovani pazienti fino alla remissione e alla guarigione.

È un momento di celebrazione, un atto di speranza che testimonia la forza della vita.
La campanella è stata benedetta a Natale 2021, rispondendo al desiderio di una madre che sognava di vedere la propria figlia liberarsi dalla malattia, un sogno che si è avverato nel marzo 2023.

” Quel suono, ora, risuona come un’eco di speranza per tutti coloro che lottano contro la malattia, un inno alla forza dell’animo umano e alla capacità di reinventarsi, di ricominciare, di tornare a vivere pienamente.

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