martedì 9 Settembre 2025
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Foggia piange Hayat: lutto cittadino per la vittima di violenza domestica

La città di Foggia si è inchinata, con profondo dolore, all’ultimo saluto di Hayat Fatimi, una donna di 46 anni strappata alla vita dalla violenza domestica.
La cerimonia, celebrata questa mattina presso l’obitorio del Policlinico Riuniti, ha segnato un momento di raccoglimento e riflessione, un grido di dolore collettivo per una perdita che scuote nel profondo la comunità.

L’efferato omicidio, consumatosi a pochi passi dalla sua abitazione nel cuore del centro storico, ha lasciato una ferita aperta, un trauma che interroga l’intera società.
L’aggressore, prontamente arrestato a Roma, è ora sotto inchiesta, ma il danno irreparabile è già compiuto.
La presenza, tra la folla commossa, di esponenti dell’amministrazione comunale, operatori del centro antiviolenza che l’hanno affiancata nel suo percorso di denuncia e richiesta di aiuto, e personale sanitario, testimonia l’importanza del supporto e dell’assistenza per le donne vittime di abusi.

L’atmosfera era carica di emozione, con molte persone visibilmente scosse e in lacrime.

Il Comune di Foggia ha proclamato il lutto cittadino, un gesto simbolico di vicinanza alla famiglia e alla comunità, e ha annunciato la propria costituzione come parte civile nel processo contro l’assassino.
La sindaca Maria Aida Episcopo, con evidente commozione, ha sottolineato come Hayat, naturalizzata italiana circa vent’anni fa, fosse una vera e propria cittadina di Foggia, una donna amata e rispettata.

La perdita è particolarmente sentita dai suoi datori di lavoro, che la ricordano con affetto e gratitudine.
“Hayat era una di noi, una donna delle nostre, come una sorella o un’amica,” ha affermato la sindaca, descrivendo il dolore come una “cicatrice aperta che sgorga sangue.
” La sua partenza, verso il Marocco, rappresenta un addio che amplifica la tristezza e l’ingiustizia della sua scomparsa.

La sindaca ha espresso la necessità di un perdono collettivo, rivolto non a una generalizzazione, ma a un esame di coscienza dell’intera comunità, delle istituzioni e dello Stato.
Ha riconosciuto l’impegno e la presenza di alcune istituzioni, ma ha sottolineato l’importanza di una riflessione più ampia e profonda sulle cause e le conseguenze della violenza di genere.

Il centro antiviolenza, ha aggiunto, ha svolto un ruolo cruciale, offrendo ascolto, supporto e assistenza a Hayat, che aveva confidato le sue paure e richiesto aiuto.

La sua fiducia, tradita dalla brutalità dell’atto, rappresenta un monito per tutti.

La tragedia, consumatasi sotto gli occhi di una città, mette a nudo le fragilità di un sistema che, nonostante gli sforzi, non è riuscito a proteggere una donna dal destino più crudele.
Il cordoglio si unisce al dolore di una madre anziana, ancora incredula e devastata, e alla richiesta di giustizia per una vita spezzata.

Il ricordo di Hayat Fatimi, una donna foggiana, una donna di tutte noi, rimarrà vivo nel cuore della comunità, come un impegno costante per un futuro libero dalla violenza.

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