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Forni elettrici: sfida e costi per la siderurgia italiana

L’espansione del parco di forni elettrici in Italia rappresenta un’opportunità strategica cruciale per la decarbonizzazione dell’industria siderurgica nazionale e per consolidare la leadership globale del nostro paese in questo settore.
Tuttavia, una crescita indiscriminata, priva di adeguate premesse e garanzie, rischia di compromettere la sostenibilità dei forni esistenti e di minare gli ingenti investimenti già in corso.

L’attuale capacità produttiva, che genera circa 20 milioni di tonnellate di acciaio decarbonizzato, impiegando 75.
000 persone, costituisce un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale, una posizione che nessun altro paese può vantare.
Come sottolineato da Antonio Gozzi, presidente di Duferco e Federacciai, la priorità indiscussa è il rilancio e la decarbonizzazione dell’impianto di Taranto, un’operazione che richiede un impegno finanziario consistente, stimato in 3,6 miliardi di euro, di cui finora ne sono stati destinati uno.

L’introduzione di tre nuovi forni elettrici a Taranto implicherebbe un ulteriore investimento di 1,5 miliardi, a cui si aggiungono i 2,5 miliardi previsti per il progetto di Piombino, un modello che dovrebbe ispirare anche l’evoluzione della siderurgia genovese.

L’impegno complessivo a livello nazionale, considerando tutti i progetti in corso, si aggira intorno ai 10 miliardi di euro, una cifra significativa che solleva interrogativi sulla reale disponibilità di capitali per sostenere un’espansione così ambiziosa.
La sostenibilità di tale investimento dipende da una valutazione realistica dei costi e dei benefici, tenendo conto delle specificità del contesto italiano.

Un elemento critico, e potenzialmente limitante, è il costo dell’energia elettrica.

I forni elettrici sono energivori per definizione e la loro efficienza economica è strettamente legata al prezzo dell’elettricità.

L’Italia, purtroppo, si distingue in Europa per i prezzi dell’energia più elevati, un fattore che erode la competitività delle imprese siderurgiche.

L’ipotesi di introdurre cinque nuovi forni elettrici in un contesto di costi energetici così elevati impone un’attenta analisi e la ricerca di soluzioni innovative per mitigare l’impatto economico.
È imperativo, pertanto, che l’espansione del parco di forni elettrici sia accompagnata da un approccio strategico che consideri non solo l’aspetto tecnologico, ma anche quello economico e geopolitico.
Ciò implica la necessità di garantire un approvvigionamento energetico stabile e a prezzi competitivi, promuovere l’innovazione tecnologica per migliorare l’efficienza energetica dei forni, e sviluppare una filiera di approvvigionamento di materie prime sostenibile e resiliente.
Solo attraverso un approccio olistico e lungimirante sarà possibile sfruttare appieno il potenziale della siderurgia elettrica per la crescita economica e la transizione ecologica del paese.

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