Un’operazione finanziaria di notevole portata ha svelato a Lecce un sofisticato sistema di frode fiscale nel settore degli incentivi edilizi, con un danno complessivo stimato in oltre 1,5 milioni di euro.
L’attività, condotta dai Finanzieri del comando provinciale e sviluppata dalla tenenza di Tricase, ha portato alla notifica dell’avviso di chiusura delle indagini a sei individui, mettendo a fuoco un meccanismo fraudolento caratterizzato da un’elevata capacità di elusione.
L’inchiesta ha rivelato come i presunti responsabili, attraverso la manipolazione di documentazione e la produzione di certificazioni false e asseverazioni mendaci, abbiano ingannato il sistema per ottenere indebitamente agevolazioni fiscali.
Questo schema ha riguardato interventi di ristrutturazione e rifacimento facciate eseguiti in maniera irregolare, gonfiando artificiosamente i costi tramite una significativa sovrafatturazione.
L’ingente somma derivante da queste pratiche è stata in parte trasferita a intermediari finanziari, complicando il percorso delle indagini e ampliando la rete di possibili coinvolti.
Tra gli indagati figurano quattro professionisti, quali architetti, ingegneri o geometri, con l’abilitazione alla verifica della conformità dei progetti.
Questi sono accusati di aver partecipato attivamente alla frode, sfruttando la propria posizione professionale per attestare la veridicità di interventi in realtà inesistenti o eseguiti in violazione delle normative vigenti.
Le accuse nei loro confronti includono truffa aggravata, finalizzata all’ottenimento di finanziamenti pubblici, e falsità ideologica commessa da persone che esercitano un servizio di pubblica necessità, un reato particolarmente grave che sottolinea la compromissione della fiducia pubblica.
Una società di capitali è stata altresì coinvolta, segnalata per responsabilità amministrativa degli enti.
Questo implica che l’azienda potrebbe essere ritenuta responsabile per le azioni illegali compiute dai suoi amministratori, con potenziali ripercussioni sulla sua attività e sulla sua reputazione.
Su impulso della Procura della Repubblica, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto un provvedimento di sequestro preventivo dei crediti, un’azione cruciale per bloccare il flusso di denaro illecitamente acquisito.
Il sequestro è stato eseguito attraverso il blocco del cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate, impedendo così l’utilizzo dei crediti fittizi, e presso i cessionari finali, coloro che avrebbero dovuto erogare i finanziamenti.
L’operazione evidenzia le complessità e le vulnerabilità del sistema di incentivi edilizi, spesso bersaglio di abusi e frodi.
La sofisticatezza del meccanismo utilizzato e il coinvolgimento di professionisti qualificati sottolineano la necessità di rafforzare i controlli e le verifiche, nonché di promuovere una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti nel settore dell’edilizia e della gestione delle risorse pubbliche.
L’inchiesta è in corso e non si esclude che ulteriori sviluppi possano portare all’individuazione di altri responsabili e all’accertamento di ulteriori illeciti.