Un grave incendio ha colpito un impianto Irigom, specializzato nella lavorazione di rifiuti plastici, all’interno del quartiere Tamburi di Taranto, innescando una situazione di emergenza che ha immediatamente allarmato la comunità locale. Il Comune, in una mossa preventiva volta a tutelare la salute pubblica, ha emesso un’allerta urgente, invitando i residenti a mantenere porte e finestre chiuse, disattivando ogni forma di ventilazione forzata. Le squadre dei Vigili del Fuoco, coadiuvate dalle forze dell’ordine, sono tempestivamente intervenute per contenere le fiamme e monitorare l’evoluzione dell’evento, con l’obiettivo di minimizzare i rischi per la popolazione e l’ambiente.Le prime indagini suggeriscono che l’incendio potrebbe essere originato da un guasto tecnico, verosimilmente un corto circuito, verificatosi all’interno di un nastro trasportatore adibito al trattamento meccanico della plastica. Fortunatamente, al momento non si registrano feriti, segno della prontezza dei protocolli di sicurezza dell’impianto. Nonostante ciò, la gravità della situazione è accentuata dalla produzione di una considerevole colonna di fumo nero, visibile a notevole distanza e ampiamente documentata attraverso immagini e video condivisi sui social media da cittadini preoccupati.La densità del fumo, particolarmente preoccupante, ha generato un’ondata di chiamate alle autorità competenti e all’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA), che lamentano una qualità dell’aria drasticamente compromessa, definita “irrespirabile” da numerosi residenti. Questa circostanza solleva interrogativi cruciali sulla potenziale presenza di sostanze tossiche e inquinanti rilasciate durante la combustione dei materiali plastici, con possibili impatti negativi sulla salute respiratoria e sull’ecosistema locale.L’incidente riapre il dibattito sulla sicurezza degli impianti di trattamento rifiuti, in particolare quelli specializzati nella lavorazione della plastica, materiale spesso composto da polimeri complessi che, bruciando, possono generare una vasta gamma di emissioni nocive, tra cui diossine, furani e idrocarburi policiclici aromatici (IPA), sostanze classificate come cancerogene e persistenti nell’ambiente.La gestione degli incidenti industriali in aree densamente popolate come il quartiere Tamburi, già gravato da problematiche ambientali preesistenti, richiede un approccio multidisciplinare e integrato, che coinvolga non solo le forze dell’ordine e i Vigili del Fuoco, ma anche esperti di monitoraggio ambientale, specialisti della salute pubblica e rappresentanti della comunità locale. È imperativo adottare misure di prevenzione più rigorose, investire in tecnologie di trattamento più avanzate e garantire una trasparenza totale nei confronti dei cittadini, al fine di proteggere la salute pubblica e preservare l’ambiente. Le indagini in corso dovranno accertare le responsabilità e definire protocolli di sicurezza rafforzati per evitare il ripetersi di simili emergenze.
Incendio a Taranto: Allarme fumo tossico da impianto plastica
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