L’incendio doloso dell’auto di Rossana Palladino, amministratrice delegata della Brindisi Multiservizi (BMS), rappresenta un atto gravissimo che increspa profondamente il tessuto sociale e istituzionale della città.
La denuncia formale presentata dall’amministratrice, espressamente fiduciosa nell’operato delle forze dell’ordine per l’identificazione dei responsabili, solleva interrogativi inquietanti riguardo a dinamiche complesse e tensioni latenti.
L’evento si colloca in un contesto particolarmente delicato, segnato da una crescente escalation di violenza e ostilità connessa all’operazione di salvataggio della BMS, una partecipata strategica per il territorio.
La recente approvazione, da parte del Consiglio comunale, di un piano di ricapitalizzazione da 5,5 milioni di euro, volto a scongiurare il fallimento dell’azienda, sembra aver innescato una reazione violenta da parte di soggetti interessati al suo collasso.
Palladino non si fa carico di speculazioni o accuse dirette, ma riconosce apertamente un clima di forte antagonismo che ha permeato i mesi precedenti l’incendio.
Questa atmosfera di ostilità, secondo l’amministratrice, è il terreno fertile in cui maturano gesti estremi e intimidatori.
L’amministratrice sottolinea con chiarezza che la denuncia presentata in Procura, relativa ad irregolarità riscontrate durante la sua attività gestionale, è stata un atto di responsabilità e un dovere professionale.
Questa azione, apparentemente isolata, si inserisce in una più ampia responsabilità di garantire la trasparenza e la legalità nell’amministrazione pubblica, un impegno che, in questo caso, ha portato a conseguenze drammatiche per la persona coinvolta.
L’incendio dell’auto di Palladino non è solo un atto di vandalismo o una minaccia personale, ma un campanello d’allarme che segnala una crisi di fiducia nelle istituzioni e una deriva verso forme di intimidazione e violenza che mettono a rischio la sicurezza e la serenità della comunità brindisina.
L’evento richiede un’indagine approfondita e tempestiva, non solo per individuare i colpevoli, ma anche per comprendere le radici di queste tensioni e per ripristinare un clima di legalità e rispetto reciproco.
La salvaguardia della BMS, e più in generale, la difesa dei principi democratici, passa anche attraverso la protezione di chi, con coraggio e determinazione, si fa carico di un ruolo di responsabilità.