Un devastante incendio di vegetazione, con forti sospetti di origine dolosa, ha colpito questa mattina la strada provinciale 141, arteria cruciale che collega Manfredonia a Zapponeta.
L’evento, verificatosi nei pressi dell’Oasi Lago Salso, un’area di pregevole valore naturalistico e giuridicamente protetta nel territorio foggiano, ha immediatamente destato la massima allerta.
A segnalare la gravità della situazione sono stati gli ispettori ambientali di Civilis, che hanno prontamente allertato i Vigili del Fuoco per domare le fiamme e contenere i danni.
Il comandante Giuseppe Marasco, descrivendo l’accaduto, ha evidenziato come l’incendio non sia stato un evento isolato, ma una serie coordinata di iniziazioni.
Le fiamme sono state appiccate in ben quattro punti distinti, creando un fronte di avanzamento che ha rischiato di compromettere l’integrità dell’intera oasi protetta, sfiorandola pericolosamente.
Questo dettaglio suggerisce una premeditazione e una volontà precisa di danneggiare l’ambiente, elemento che apre scenari inquietanti sull’origine dolosa dell’incendio.
Le dichiarazioni del comandante Marasco dipingono un quadro preoccupante, rivelando un disegno più ampio di aggressione al territorio.
“Assistiamo alla distruzione deliberata dell’ambiente da parte di soggetti che agiscono con premeditazione”, ha affermato, sottolineando la necessità di un’indagine approfondita per identificare i responsabili e comprendere le motivazioni alla base di tali atti criminosi.
Il sindaco di Manfredonia, Domenico La Marca, ha espresso la sua profonda preoccupazione per la vicenda, sottolineando la crescente incidenza di incendi che stanno colpendo il territorio comunale.
Gli eventi recenti non si limitano all’incendio odierno; solo poche sere prima, un altro rogo ha devastato un’area di ecoballe abbandonate nella zona industriale (Pip), costringendo le autorità a disporne il sequestro.
In precedenza, la zona degli ex Bagni Romagna era stata teatro di un altro incendio, che aveva consumato sterpaglie, macchia mediterranea e alberi, aggravato dalla presenza di ecoballe di rifiuti sversate illegalmente e temporaneamente sequestrate in attesa dello smaltimento.
Fortunatamente, in quest’ultimo caso, le fiamme non hanno raggiunto direttamente le ecoballe.
Queste ripetute aggressioni ambientali sollevano interrogativi complessi.
Oltre alla distruzione diretta della flora e della fauna locali, questi incendi possono avere ripercussioni significative sulla salute umana, con l’emissione di sostanze tossiche nell’atmosfera, e sull’economia, con danni all’agricoltura, al turismo e al patrimonio paesaggistico.
L’accumulo illecito di rifiuti, in particolare ecoballe, amplifica ulteriormente il rischio di incendi e contribuisce a creare un ambiente favorevole alla criminalità organizzata.
L’innesco doloso di questi eventi suggerisce un possibile legame con attività illecite, come lo smaltimento abusivo di rifiuti, e la necessità di un’azione coordinata tra forze dell’ordine, magistratura e amministrazioni locali per contrastare efficacemente queste pratiche e proteggere il fragile ecosistema del territorio.