L’inchiesta “Eos”, condotta dalla Guardia di Finanza sotto la direzione dei pubblici ministeri Alessandro Prontera e Massimiliano Carducci, culmina con la notifica dell’avviso di conclusione indagini a trentadue soggetti, tra persone fisiche e giuridiche, segnando un capitolo significativo nelle dinamiche politiche ed economiche regionali.
L’operazione, che ha interessato la Procura di Lecce, si concentra su presunte condotte illecite perpetrate tra il 2018 e il 2021, rivelando un presunto sistema di corruzione e scambio di favori che avrebbe distorto le dinamiche di sviluppo economico, in particolare nel settore turistico-ricettivo.
L’ipotesi accusatoria principale è quella di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, una figura particolarmente grave che presuppone un’organizzazione strutturata e duratura volta a perseguire obiettivi illeciti attraverso una serie di atti contrari ai doveri d’ufficio.
A questa si affiancano accuse di truffa aggravata, che implica un’elusione fraudolenta delle normative vigenti per ottenere vantaggi indebiti, e di riciclaggio e autoriciclaggio, crimini finanziari che mirano a ripulire illecitamente capitali derivanti da attività criminali.
Il coinvolgimento di Alessandro Delli Noci, ex assessore regionale allo Sviluppo Economico, figura centrale nell’indagine, ha innescato un terremoto politico.
La richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla Procura lo scorso 5 giugno, prontamente seguita dalle sue dimissioni dall’incarico il successivo 11 giugno, aveva portato a un’acuta fase di tensione.
La revoca della richiesta cautelare, motivata dalla successiva valutazione della mancanza di esigenze cautelari, non ha tuttavia mitigato la gravità delle accuse mosse.
La sua esclusione dalla corsa alle elezioni regionali pugliesi del 23 e 24 novembre prossimi sancisce la fine prematura del suo percorso politico.
L’elenco degli indagati, che include figure di spicco nel panorama locale, evidenzia la pervasività del presunto sistema di favoritismi.
Tra questi, spiccano Maurizio Laforgia, ingegnere e figlio del presidente dell’Aqp Domenico Laforgia, l’imprenditore Corrado Congedo e una serie di società riconducibili all’imprenditore Alfredo Barone, tutti coinvolti in un intreccio di relazioni che al momento appare complesso da delineare nella sua interezza.
L’inchiesta “Eos” non si limita a ricostruire un quadro di presunti illeciti, ma solleva interrogativi più ampi sulla governance del territorio, sulla trasparenza delle procedure amministrative e sul rapporto tra politica, economia e interessi privati.
L’avviso di conclusione indagini rappresenta ora una fase cruciale, preludio ad una richiesta di rinvio a giudizio che potrebbe portare ad un processo pubblico di ampio respiro, con conseguenze potenzialmente rilevanti per il futuro della regione Puglia.
La complessità dell’indagine richiede una valutazione imparziale e approfondita delle prove raccolte, garantendo al contempo il diritto alla difesa di tutti gli indagati.







