La ripresa delle attività didattiche presso l’Istituto Marconi-Hack di Bari segna un punto di svolta complesso, un crocevia tra emergenza e rinnovamento.
La sede temporanea di via Re David accoglie studenti e docenti in attesa del completamento dei lavori di riqualificazione strutturale, finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), interventi cruciali per il futuro dell’istituto.
La vicenda, nata dalle legittime preoccupazioni e dalle proteste studentesche derivanti dai disservizi causati dai lavori in corso, si è tradotta in una sfida logistica e amministrativa di portata significativa.
Il trasferimento dell’istituto in una sede provvisoria, in un arco di tempo inferiore a trenta giorni, rappresenta un’operazione senza precedenti per la Città metropolitana, che ha dovuto mobilitare risorse umane e finanziarie considerevoli.
L’adeguamento dell’edificio per ospitare 36 classi, garantendo al contempo la piena sicurezza e la funzionalità degli spazi, ha richiesto un investimento di circa 600.000 euro, comprensivi di interventi strutturali, impiantistici e di prevenzione incendi, certificati secondo i più elevati standard di sicurezza.
L’iniziativa non si limita a risolvere un’emergenza contingente, ma si configura come un’occasione per reinterpretare il ruolo dell’ente metropolitano nel sistema educativo territoriale.
Il sindaco metropolitano, attraverso un dialogo costante con la comunità scolastica, ha voluto tradurre in azioni concrete l’ascolto delle esigenze studentesche, partecipando attivamente alla vita dell’istituto e mantenendo aperto un canale di comunicazione diretto con la dirigente scolastica.
Questo approccio partecipativo mira a rafforzare il legame tra istituzioni e cittadini, promuovendo una cultura della responsabilità condivisa.
La scelta di arricchire gli spazi della sede provvisoria con murales dedicati a Guglielmo Marconi e Margherita Hack sottolinea l’importanza di preservare l’identità culturale dell’istituto e di ispirare gli studenti a perseguire l’eccellenza in campo scientifico e umanistico.
La scuola, anche in una sua dimensione temporanea, deve rimanere un luogo di ispirazione, bellezza e crescita intellettuale.
La vicenda solleva, inoltre, una questione cruciale: la necessità di una riflessione approfondita, anche a livello nazionale attraverso l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), sulle competenze e le risorse assegnate agli enti metropolitani.
È fondamentale garantire che questi enti possano esercitare pienamente il loro ruolo di supporto al sistema educativo, assumendosi responsabilità concrete e sostenibili per il futuro delle nuove generazioni.
Il caso Marconi-Hack si rivela, quindi, un banco di prova per un modello di governance territoriale più efficace e orientato al benessere della comunità.







