Nella Torre di Pietramontecorvino, un antico fortilizio incastonato nel cuore dei Monti Dauni, si dispiega un’installazione artistica profondamente commovente e densa di significato: l’opera di Salvatore Lovaglio, un atto di memoria e di denuncia.
La mostra, frutto di una collaborazione tra i comuni di Rocchetta Sant’Antonio e Pietramontecorvino, è parte di un più ampio progetto di rigenerazione culturale e sociale dei borghi dell’area interna, finanziato dal Pnrr e che ha visto la presenza di importanti figure artistiche come Sergio Michilini.
L’intervento di Lovaglio non si limita a una mera rappresentazione dell’orrore.
Si tratta di una ricostruzione immaginaria, musealizzata, che confronta ceramiche palestinesi originali, testimoni silenziose di una storia millenaria, con manufatti ricostruiti dall’artista, segnati da fiamme virtuali, corrose dal tempo e dalla violenza.
Ogni scheggia, ogni crepa, evoca la fragilità di un patrimonio culturale minacciato dall’annientamento.
La scelta della ciotola come elemento focale non è casuale: essa incarna la quotidianità, la condivisione, la ritualità di una civiltà intera, il tentativo di cancellare la quale si configura come un attacco diretto all’identità stessa di un popolo.
Accanto alla scultura di Lovaglio, un’altra testimonianza potente si erge: le immagini del fotoreporter Alessio Mamo, pubblicate dal Guardian. Scattate dall’alto durante una missione umanitaria che ha visto il lancio di cibo e medicinali sulla Striscia, queste fotografie, stampate in un formato monumentale (2 metri x 3 metri), occupano le piazze di Pietramontecorvino e dei comuni limitrofi, creando un impatto visivo indiscusso.
Il Foto Club Monti Dauni, promotore di questa campagna di sensibilizzazione, intende affidarsi alla forza evocativa delle immagini per far emergere la verità e stimolare una riflessione profonda sulla situazione in Palestina.
L’iniziativa si inserisce in un percorso di valorizzazione del territorio che mira a coniugare arte, memoria e impegno civile, offrendo alla comunità un’occasione di dialogo e di presa di coscienza di fronte a una crisi umanitaria che interpella l’intera umanità.
La visita alla mostra, su prenotazione tramite la Pro Loco di Pietramontecorvino, rappresenta un atto di responsabilità e un segno tangibile di solidarietà.







