Ventiquattro anni sono trascorsi da quel 12 luglio 2001, una data incisa nel cuore di Bari come un marchio indelebile.
Michele Fazio, un ragazzo di quindici anni, una promessa spezzata nel tessuto urbano della città vecchia, cadde vittima di una sparatoria legata agli affari di mafia.
La sua scomparsa, un errore tragico in una spirale di violenza, continua a risuonare in largo Amendoni, il luogo simbolo di quel lutto che si rinnova ogni anno.
La cerimonia commemorativa, un appuntamento imprescindibile per la comunità barese, è stata l’occasione per riaffermare un impegno civile profondo, un patto di memoria che trascende il mero ricordo.
Pinuccio e Lella Fazio, i genitori di Michele, incarnano questa continuità, testimoni di una ferita ancora aperta, ma anche portatori di una speranza tenace.
Il loro è un impegno costante, un lavoro silenzioso rivolto ai giovani, un tentativo di sottrarli all’abbraccio soffocante della criminalità organizzata, offrendo loro alternative concrete e percorsi di crescita basati sulla legalità e sulla giustizia.
Un dialogo diretto, uno sguardo sincero rivolto alle nuove generazioni, per comprendere le loro paure, le loro aspirazioni, per intercettare i segnali di disagio e offrire risposte.
Il dolore di Lella Fazio, espresso con un’amarezza palpabile, ha sottolineato l’assurdità di una vita troncata, la perdita irreparabile di un futuro che non potrà mai realizzarsi.
Un appello commovente rivolto alle madri, a quelle che vivono l’angoscia di vedere i propri figli intrappolati in un vortice di illegalità.
Un invito alla collaborazione attiva con le istituzioni, con la magistratura, con le forze dell’ordine, perché la lotta alla criminalità è una responsabilità condivisa, un dovere morale che non può essere delegato ad altri.
Un monito severo e accorato rivolto a coloro che perpetuano questa spirale di violenza, ai trafficanti di droga che avvelenano le menti e distruggono i destini dei giovani, privandoli di ogni speranza.
“Vergognatevi”, un grido di dolore e di rabbia che risuona nell’aria, un’accusa diretta alla coscienza di chi alimenta questa piaga sociale.
Don Angelo Cassano, referente di Libera Puglia, ha sottolineato la necessità di un rinnovato impegno, di una vigilanza costante, non limitata alla repressione dei reati, ma volta a contrastare la “mafiosità”, un fenomeno culturale che permea la società, un modo di essere che si trasmette di generazione in generazione.
Il disagio giovanile, una vulnerabilità che rende i ragazzi facili prede delle organizzazioni criminali, richiede un’attenzione particolare, un’offerta di opportunità, un sostegno educativo e sociale che possa contrastare l’attrazione verso il facile guadagno e la falsa promessa di potere.
Il sindaco Vito Leccese ha ribadito l’importanza di promuovere modelli positivi, di valorizzare i principi di legalità e di solidarietà, di costruire una comunità coesa e inclusiva.
La Bari di oggi, pur con le sue trasformazioni, non può dimenticare il passato, non può permettere che le ombre del crimine offuschino il cammino verso il futuro.
La lotta alla illegalità, allo spaccio di droga, è una battaglia quotidiana che richiede la partecipazione attiva di tutti i cittadini, un impegno costante per difendere i valori della giustizia e della convivenza civile.
È un dovere, non solo verso la memoria di Michele Fazio, ma verso l’intera comunità barese e verso le generazioni future.