La recente, ignobile minaccia rivolta alla giudice Francesca Mariano non è un episodio isolato, bensì una dolorosa manifestazione di una crisi più profonda che affligge il Salento e, per estensione, l’intero sistema giudiziario italiano.
Esprimo la mia più ferma condanna e la mia più sentita solidarietà alla magistrata, simbolo di coraggio e dedizione al dovere, e alla sua famiglia, che oggi subisce l’onta di una barbara intimidazione.
La paura, palpabile e opprimente, si è radicata nel tessuto sociale del nostro territorio, soffocando la libertà di pensiero e minando le fondamenta della democrazia.
Questa paura non è un sentimento passeggero, ma il risultato di un lento e insidioso deterioramento, alimentato da una cultura dell’impunità che consente a malintenzionati di agire nell’ombra, convinti di poterla far franca.
La figura della giudice Mariano, come quella di molti suoi colleghi, incarna la resistenza a questa deriva.
La sua opera, volta a garantire la legalità e a tutelare i diritti dei cittadini, rappresenta una sfida diretta a chi, con la violenza e l’intimidazione, cerca di piegare la giustizia ai propri interessi.
Questo atto vile non è solo un attacco alla sua persona, ma un affronto a tutti coloro che credono nello Stato di diritto e nella sua capacità di proteggere i più deboli.
È imperativo che le istituzioni, a partire dal Governo, assumano un impegno concreto e immediato per contrastare questo fenomeno.
Non è sufficiente condannare verbalmente questi gesti ignobili; è necessario rafforzare i sistemi di protezione per i magistrati, aumentare i controlli sul territorio e, soprattutto, investire in programmi di educazione civica e di contrasto alla criminalità organizzata, con particolare attenzione alle nuove generazioni.
Il Salento non è un territorio di resa.
La comunità salentina, pur provata e preoccupata, dimostrerà ancora una volta la sua forza e la sua resilienza.
Non ci piegheremo di fronte alla violenza e all’intimidazione.
Saremo al fianco della giudice Mariano e di tutti coloro che, con onore e coraggio, difendono la giustizia.
La memoria delle vittime di mafia e della criminalità organizzata ci esorta a non arretrare di un passo, a lottare con determinazione per un futuro più giusto e sicuro per tutti.
È un dovere morale e civico, un atto d’amore verso la nostra terra e verso le future generazioni.
La giustizia, alla fine, trionferà.







