Nella quiete notturna del quartiere Ferrovia a Foggia, un’inquietante eco di un passato violento è risuonata attraverso nuove scritte murali, scritte che sollevano interrogativi profondi sulla memoria collettiva e sulle dinamiche sociali in atto.
“Armarsi ancora”, un grido rosso acceso affiancato dall’iconografia di una stella a cinque punte e di due martelli incrociati, ha deturpato un muro di un palazzo, mentre la sigla “Acab”, un insulto rivolto alle forze dell’ordine, ha aggiunto un ulteriore strato di tensione all’atmosfera già fragile del quartiere.
Il comitato “Difendiamo il quartiere Ferrovia”, voce autorevole e sentinella della comunità, ha espresso la propria profonda preoccupazione, definendo queste manifestazioni come un’invocazione alla lotta armata, un fenomeno che, a loro avviso, è stato distorto e riproposto da chi non ne ha sperimentato direttamente la brutalità e le conseguenze.
Lungi dall’essere espressione artistica, queste imbrattature sono, a loro dire, atti vandalici che esaltano la violenza e infliggono ulteriori ferite a una comunità già segnata da degrado, insicurezza e un senso di abbandono.
Questi gesti non sono semplici imbrattamenti; sono una destabilizzazione del tessuto sociale, un tentativo di re-immaginarne la storia attraverso una lente distorta e pericolosa.
Il significato di queste scritte va al di là della loro mera presenza fisica, evocando un’eredità di conflitto e rabbia che rischia di alimentare nuove tensioni.
La loro presenza amplifica la sensazione di insicurezza e contribuisce a erodere il senso di appartenenza e la fiducia reciproca tra i residenti.
Il comitato chiede con urgenza un intervento di rimozione immediata per ripristinare il decoro urbano, ma, soprattutto, sollecita un’indagine approfondita per identificare i responsabili e sanzionarli.
L’acquisizione e l’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nell’area si rendono cruciali non solo per individuare i colpevoli, ma anche per comprendere il contesto e le motivazioni che hanno portato a questi atti.
L’accumulo di murales degradanti, ormai una costante nel quartiere Ferrovia, non è soltanto un problema estetico, ma un sintomo di una più profonda crisi sociale.
Questi segni di degrado riflettono un senso di abbandono, una mancanza di opportunità e una disillusione verso le istituzioni.
Il recupero del quartiere non può limitarsi alla rimozione fisica di questi graffiti; richiede un impegno concreto per affrontare le cause profonde che li generano, promuovendo l’inclusione sociale, la creazione di opportunità di lavoro e il rafforzamento del senso di comunità.
Le indagini della Digos sono in corso, nella speranza che possano fare luce su questi episodi e contribuire a restituire al quartiere Ferrovia un futuro più sereno e sicuro, un futuro in cui la memoria del passato non si trasformi in un fardello opprimente, ma in una risorsa per costruire ponti e promuovere la riconciliazione.
È necessario un dialogo aperto e costruttivo con tutti gli attori sociali coinvolti, al fine di elaborare strategie condivise per contrastare la violenza e promuovere una cultura della legalità e del rispetto.






