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Nuovo corpo ritrovato: si cercano ancora i dispersi al largo di Taranto.

La costa crotonese ha restituito un nuovo, doloroso tassello a una vicenda che si trascina da settimane, un lutto che affligge le famiglie e intere comunità.
Durante una routine di sorveglianza marittima, una motovedetta della Guardia Costiera ha recuperato il corpo di un uomo, la cui identità, secondo le prime indicazioni fotografiche, potrebbe essere quella di Pasquale Donnaloia, uno dei quattro diportisti di Taranto scomparsi il 29 giugno.

La scomparsa di questi uomini ha scatenato un’operazione di ricerca e soccorso che ha coinvolto diverse forze dell’ordine e volontari, e che ha inizialmente portato al ritrovamento dei corpi di Claudio Donnaloia, fratello di Pasquale, e di Domenico Lanzolla, entrambi nelle acque al largo di Bernalda.
Questi due decessi, tragici presagi, avevano interrotto le speranze di un lieto fine.
La dinamica alla base dell’emergenza si è delineata come un imprevisto, una gita in barca che doveva essere un momento di svago si è trasformata in un dramma.

Pasquale Donnaloia, apparentemente non previsto a bordo, si era unito all’equipaggio all’ultimo momento, complicando ulteriormente il quadro della scomparsa.
La forza delle correnti marine, elemento cruciale nella ricostruzione degli eventi, sembra aver trascinato il corpo del 67enne verso la costa crotonese, a distanza di giorni dalla scomparsa.

La famiglia di Donnaloia, insieme a rappresentanti della Capitaneria di Porto di Taranto, si sta recando a Crotone per confermare l’identificazione ufficiale del corpo, un momento carico di dolore e di attesa.

Le ricerche, incentrate sul golfo di Taranto e estese alle regioni limitrofe della Basilicata e della Calabria, continuano senza sosta, sebbene abbiano perso il supporto aereo.

L’attenzione rimane focalizzata sulla ricerca di Antonio dell’Amura, il quarto membro dell’equipaggio, di cui non si hanno più notizie.
Questa tragedia, oltre al profondo dolore delle famiglie coinvolte, solleva interrogativi sulla sicurezza in mare, sulla preparazione alle emergenze e sull’importanza di rispettare le condizioni meteorologiche e le normative che regolano la nautica da diporto.

La vicenda pone l’accento sulla vulnerabilità umana di fronte alla potenza del mare e sulla necessità di una maggiore consapevolezza dei rischi che esso comporta.

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