La sentenza definitiva emessa dalla Corte d’Assise di Brindisi ha segnato una tappa cruciale nel complesso caso di cronaca nera che ha sconvolto Francavilla Fontana nel novembre 2022, culminato con la tragica perdita di Paolo Stasi, un giovane di soli 19 anni. Christian Candita, 24enne, è stato condannato all’ergastolo, aggravato da un periodo di isolamento diurno, per il ruolo determinante nell’omicidio volontario di Stasi, commesso in concorso con altri individui.La vicenda, intrisa di dinamiche sociali e finanziarie oscure, affonda le sue radici in un debito di 5.000 euro contratto da Stasi e dalla madre, Annunziata D’Errico, derivante dall’acquisto di sostanze stupefacenti, in particolare hascisc e marijuana. Le indagini hanno rivelato che la famiglia Stasi non solo consumava la droga, ma era anche coinvolta nella sua confezione e vendita, configurando un’attività di spaccio che si sviluppava all’interno del loro domicilio. Il mancato pagamento integrale del debito accumulato con Luigi Borraccino, all’epoca dei fatti minorenne, ha rappresentato il detonatore che ha innescato una spirale di violenza fatale.La figura di Luigi Borraccino, già condannato in primo grado a vent’anni di reclusione dal Tribunale dei Minorenni per essere stato ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, assume nel processo di secondo grado un ruolo diverso. Candita, guidando il veicolo utilizzato per avvicinarsi all’abitazione di Stasi, è stato identificato come il complice chiave che ha facilitato l’azione omicida. La corte, analizzando le prove e le testimonianze, ha ritenuto che la sua partecipazione fosse sufficiente a configurare un ruolo di concorso nell’omicidio, giustificando la condanna all’ergastolo.Il processo di fronte alla Corte d’Assise ha visto anche altri imputati, tra cui la madre della vittima, accusata di detenzione ai fini di spaccio per fatti successivi al delitto. In un colpo di scena, Annunziata D’Errico è stata assolta, decisione motivata dall’accusa che ha sostenuto l’assenza di responsabilità penale, pur riconoscendo una presunta responsabilità morale. Questa assoluzione, sebbene attenuante per l’imputata, non cancella la tragicità della vicenda né la complessità delle dinamiche familiari coinvolte.Luigi Borraccino, nel processo di secondo grado, ha ricevuto una condanna a nove anni di reclusione e una multa di 50.000 euro, una pena inferiore a quella inflitta in primo grado, ma comunque significativa. Christian Candita, oltre alla pena detentiva perpetua, dovrà rispondere in sede civile del risarcimento danni ai familiari di Paolo Stasi, a testimonianza del profondo dolore e delle perdite irreparabili causate da questo tragico evento. La sentenza segna la conclusione di una lunga e dolorosa vicenda giudiziaria, ma non può lenire il lutto della famiglia Stasi e l’eco della violenza che ha scosso la comunità di Francavilla Fontana.
Omicidio Stasi, ergastolo per Candita: la sentenza finale
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