La complessa interazione tra lo strato di ozono, le radiazioni ultraviolette e le dinamiche climatiche globali sarà al centro di un’importante sessione di lavoro, ospitata dall’Università Aldo Moro di Bari dal 29 agosto al 3 settembre.
Un gruppo internazionale di esperti, provenienti da ben diciassette nazioni, si riunirà per un’analisi approfondita e multidisciplinare, volta a definire le prossime linee guida per la protezione ambientale globale.
La riunione, promossa dal Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), rappresenta un’occasione cruciale per aggiornare e rafforzare la comprensione degli impatti dell’alterazione dello strato di ozono e dell’aumento della radiazione ultravioletta (UV) che raggiunge la superficie terrestre.
L’attenzione non si limiterà all’effetto diretto sulla salute umana e sugli ecosistemi, ma si estenderà all’intricata rete di retroazioni che coinvolgono il clima, la chimica atmosferica e la distribuzione delle risorse naturali.
Tra i temi centrali del confronto figurano gli effetti dell’iniezione controllata di aerosol nella stratosfera, una tecnica di geoingegneria proposta per mitigare il riscaldamento globale, ma potenzialmente gravida di conseguenze impreviste.
L’analisi approfondirà i modelli di dispersione degli aerosol, i loro impatti sulla temperatura stratosferica e troposferica, e le ripercussioni sulle correnti atmosferiche globali.
Un focus significativo sarà dedicato alla valutazione dei sostituti delle sostanze che riducono lo strato di ozono – spesso gas fluorurati – e ai loro prodotti di degradazione.
Questi composti, pur essendo stati introdotti per sostituire le sostanze dannose che hanno contribuito al buco dell’ozono, possono avere effetti significativi sul riscaldamento globale e sulla qualità dell’aria.
La ricerca si concentrerà sulla loro persistenza nell’ambiente, la loro tossicità e il loro impatto sulla chimica atmosferica.
Il dibattito si estenderà anche agli ecosistemi terrestri, esaminando le conseguenze dell’interazione tra il depauperamento dell’ozono stratosferico, l’aumento della radiazione UV e le variazioni climatiche.
L’aumento della radiazione UV, ad esempio, può alterare i cicli biogeochimici, influenzare la crescita delle piante, la produttività agricola e la distribuzione di specie animali.
Inoltre, il gruppo di esperti affronterà il problema crescente dell’inquinamento da plastica, analizzando il destino dei materiali sintetici e naturali nell’ambiente, dalla loro produzione al loro accumulo negli oceani e nella catena alimentare.
L’obiettivo è sviluppare strategie innovative per ridurre l’impatto della plastica sull’ecosistema globale, promuovendo pratiche di produzione più sostenibili e migliorando i sistemi di riciclaggio e smaltimento.
Janet Bornman (Australia) e Paul Barnes (USA), i co-presidenti del gruppo, guideranno il processo di revisione e definizione di una bozza di documenti di riferimento, destinati a informare le politiche ambientali internazionali e a promuovere un futuro più sostenibile per il pianeta.
L’UNEP, in qualità di principale autorità ambientale globale, continua a svolgere un ruolo cruciale nella definizione dell’agenda ambientale internazionale, promuovendo lo sviluppo sostenibile e la protezione del nostro ambiente comune.