All’interno del Palazzo di Giustizia di Taranto, in via Marche, si configura un’iniziativa innovativa e profondamente significativa: l’apertura del “Pit Stop”, un ambiente dedicato a neonati, bambini piccoli, genitori e a tutti coloro che si trovano in una condizione di vulnerabilità durante i processi giudiziari.
Questa non è semplicemente una stanza, ma un’esplicita dichiarazione di intenti da parte delle istituzioni giudiziarie tarantine.
Il progetto, frutto di una sinergia virtuosa tra il Tribunale e la Procura della Repubblica, si avvale del contributo attivo di una vasta rete di soggetti istituzionali e professionali: l’Ordine degli Avvocati, il Comitato Pari Opportunità, l’Associazione Nazionale Forense Lucio Tomassini, la Camera dei Giuslavoristi, la Camera Minorile, il Centro Studi Grottaglie, l’Associazione Italiana Giovani Avvocati, la Camera Penale, la Camera delle Esecuzioni, il Movimento Forense e Nuova Avvocatura.
Questa collaborazione sottolinea la condivisione di un principio cardine: la giustizia non può limitarsi all’applicazione della legge, ma deve incarnare un’attenzione concreta e umana verso coloro che vi sono coinvolti.
La Presidente del Tribunale, Rosa Anna Depalo, ha definito il Pit Stop come uno “spazio mentale” prima ancora che fisico.
L’iniziativa è una risposta tangibile alla necessità di ripensare il ruolo del Palazzo di Giustizia, trasformandolo da luogo di potenziale ansia e stress a un ambiente più accogliente e supportivo.
Si tratta di un tentativo di coniugare l’efficienza del sistema giudiziario con la necessità di garantire il benessere emotivo e la dignità di chi lo frequenta, riconoscendo che i procedimenti legali possono essere particolarmente traumatici per individui e famiglie, in particolare per i genitori con bambini piccoli.
La Procuratrice Eugenia Pontassuglia ha poi enfatizzato la varietà delle situazioni che si presentano all’interno del Palazzo di Giustizia: vittime, danneggiati, imputati, testimoni, ognuno portatore di una propria storia e vulnerabilità.
L’obiettivo è creare un’atmosfera che li faccia sentire meno soli e più a proprio agio, offrendo un piccolo ma significativo “porto sicuro” in un contesto spesso carico di tensioni.
Il Pit Stop, aperto a tutti, inclusi coloro che accedono occasionalmente, si articola attorno a valori fondamentali come il rispetto della disabilità, il supporto alla genitorialità e un’attenzione particolare alle fasce più deboli dell’utenza giudiziaria.
Rappresenta un passo avanti verso un sistema giudiziario più inclusivo, sensibile e attento a promuovere il benessere psicologico e sociale di tutti i suoi utenti, interpretando la giustizia non solo come applicazione della legge, ma come servizio alla comunità.






