giovedì 31 Luglio 2025
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Relitto antico nel Salento: emerge un tesoro di storia dal mare.

Nel cuore del Mar Salentino, a breve distanza dalle coste di Torre Mozza, marina di Ugento, emerge dal profondo un relitto carico di storia: un complesso artiglieresco risalente al tardo XVII e XVIII secolo, giunto fino a noi grazie a un’operazione di recupero congiunta e multidisciplinare.

A quattro metri di profondità, queste vestigia metalliche testimoniano un passato di navigazione e potenziali conflitti marittimi, sollevando interrogativi sulla loro origine e sul loro ruolo in epoche passate.

La scoperta, inizialmente segnalata da un residente locale attento al territorio, ha immediatamente attivato un protocollo di intervento che ha visto collaborare la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Brindisi e Lecce, garante della tutela del patrimonio culturale subacqueo, e la società Asps Archaeo Services, specializzata in archeologia subacquea.
Il supporto logistico e operativo della Guardia di Finanza, con la sua Sezione operativa navale di Gallipoli e il Nucleo Sommozzatori di Taranto, si è rivelato cruciale per la complessità dell’intervento.

Tra i manufatti recuperati, spicca un cannone di considerevole peso, circa 200 chilogrammi, mentre ulteriori due pezzi, più massicci, di circa 500 chilogrammi ciascuno, rimangono ancora adagiati sul fondale, per i quali le condizioni attuali rendono impraticabile un recupero immediato.
La loro presenza sul fondo marino, tuttavia, rappresenta un’opportunità unica per future indagini e potenziali recuperi tecnologicamente avanzati.
Questa operazione, lungi dall’essere un mero recupero di oggetti, si inserisce nel contesto di un accordo più ampio: il Protocollo di intesa del 7 luglio scorso, siglato tra il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e il Comandante Generale delle Fiamme Gialle, Andrea De Gennaro.

Il protocollo mira a rafforzare la collaborazione tra le istituzioni per la protezione e la valorizzazione del patrimonio culturale sommerso, un’eredità fragile e spesso minacciata da saccheggi e degrado.
Il recupero non solo ha evitato il rischio di danneggiamento e sottrazione illegale dei reperti, ma ha anche fornito un’opportunità inestimabile per l’acquisizione di dati scientifici.
Le analisi metallurgiche, l’esame dei depositi biologici incrostati e lo studio contestuale dei reperti promettono di svelare dettagli cruciali sulla storia della tecnologia militare dell’epoca, sulle rotte commerciali, sulle condizioni ambientali del Mar Salentino e, forse, sulle vicende belliche che hanno portato a questo naufragio.

Il materiale raccolto costituirà oggetto di una ricerca approfondita, che si prefigge di ricostruire il contesto storico e culturale che ha generato questo straordinario ritrovamento, un tassello importante per comprendere meglio le radici del territorio salentino e il suo legame con il mare.

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